Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Il Brasile lascia (il carbone) e raddoppia (le emissioni)
Secondo una ricerca condotta dalla University of Vermont e pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, il piano brasiliano per ridurre le proprie emissioni di anidride ha fallito miseramente e anzi, avrebbe peggiorato la situazione. E poiché l’industria siderurgica del Brasile è la più grande al mondo, mentre il comparto dell’acciaio di tutto il pianeta
Secondo una ricerca condotta dalla University of Vermont e pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, il piano brasiliano per ridurre le proprie emissioni di anidride ha fallito miseramente e anzi, avrebbe peggiorato la situazione.
E poiché l’industria siderurgica del Brasile è la più grande al mondo, mentre il comparto dell’acciaio di tutto il pianeta è responsabile del 7 per cento delle emissioni globali, una oscillazione nella produzione di CO2 delle industrie brasiliane può risultare davvero significativa.
Foto © GettyImages
Come da programma, i produttori di acciaio hanno eliminato il carbone fossile come fonte energetica principale, ritenendo che questo potesse abbassare la CO2 emessa. Avevano però torto: passando infatti all’utilizzo di carbone di legna derivante dalla deforestazione hanno raddoppiato in poco tempo l’inquinamento generato. Le emissioni sono passate così dai 91 milioni di tonnellate del 2000 ai 182 milioni di tonnellate nel 2007.
Il motivo: il carbone di legna, ottenuto tagliando la foresta vergine dell’Amazzonia, emette fino a nove volte più CO2 per tonnellata di acciaio rispetto al carbone fossile tradizionale.
Foto di copertina: ©Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Entro il 2025, 40 porti italiani saranno dotati di spugne per assorbire gli oli. Si inizia da cinque tappe simboliche: Napoli, Messina, Brindisi, Ravenna e Trieste.
Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
A Palazzo Bovara apre al pubblico una tre giorni di confronto e conoscenza della moda sostenibile dal titolo Smart Closet.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Dall’11 al 13 ottobre a Parma c’è Fragile: il festival per trovare soluzioni e strategie per ridurre il nostro impatto sul pianeta.
Approvato quasi due anni fa, il regolamento sulla forestazione importata dovrebbe entrare in vigore il 31 dicembre. Ma in tanti chiedono una revisione.
È ormai inevitabile il superamento di un settimo “limite planetario” (su nove), legato al processo di acidificazione degli oceani.
Il territorio dell’Alta Murgia in Puglia è il dodicesimo geoparco proclamato dall’Unesco in Italia.