Una serra ad acqua marina per coltivare ortaggi in un mondo più arido

La startup londinese Seawater Greenhouse ha sviluppato una serra speciale per far fronte all’insicurezza alimentare e ai cambiamenti climatici.

Il progressivo aumento della popolazione globale, entro i prossimi cinque anni saremo in otto miliardi, e i cambiamenti climatici, che influiscono negativamente sulla produzione di numerosi alimenti e sulle risorse idriche, costituiscono una grave minaccia per la sicurezza alimentare mondiale. Governi e imprese sono al lavoro, quantomeno stando alle dichiarazioni, per cercare di arginare tale minaccia, i contributi più importanti stanno però arrivando dalle startup che stanno rendendo concreto il sistema di produzione alimentare del domani. Tra queste c’è Seawater Greenhouse, società con sede a Londra nata con la missione di creare le condizioni per coltivare in aree laddove l’agricoltura sarebbe altrimenti impossibile.

Uluru Kata Tjuta national park, Australia
I cambiamenti climatici rischiano di far sparire il cibo dalle nostre tavole, modificando la resa e la qualità di numerosi prodotti alimentari nei prossimi decenni. L’agricoltura è una delle vittime di questo fenomeno ma ne è al contempo uno degli artefici, contribuendo con il 14 per cento del totale delle emissioni di gas serra © Mark Kolbe/Getty Images

Pomodori nel deserto grazie all’acqua marina

Seawater Greenhouse ha sviluppato una serra che consente di produrre ortaggi nonostante l’aumento di siccità e desertificazione. La serra, ideata dall’inventore britannico Charlie Paton, è in grado di combinare  due risorse illimitate, luce solare e acqua di mare, per fornire le condizioni ideali di crescita per le colture in ambienti caldi e aridi. L’acqua marina viene utilizzata per raffreddare ed umidificare l’aria, mentre il vapore acqueo prodotto tramite riscaldamento solare viene distillato per la produzione di acqua.

Coltivare senza acqua, o quasi

L’evaporazione dell’acqua di mare contribuisce dunque a raffreddare e umidificare la serra, riducendo la temperatura di circa 15 gradi rispetto a quella esterna, creando un ambiente protetto per le colture e riducendo la necessità di acqua fino al 90 per cento. Dove è necessaria ulteriore acqua dolce viene utilizzato un sistema di dissalazione alimentato ad energia solare.

Agricoltura resiliente

La serra può essere impiegata in zone aride in prossimità del mare. Attualmente viene utilizzata in Australia, Abu Dhabi, Oman e Tenerife, dove le condizioni ambientali e climatiche rendono difficile l’agricoltura tradizionale. Seawater Greenhouse mira a dimostrare come la siccità non debba necessariamente condurre alla carestia. La loro serra è infatti in grado di aumentare l’autosufficienza alimentare delle regioni aride fornendo mezzi di sostentamento resistenti alla siccità ai piccoli agricoltori. “La carenza d’acqua è un problema globale che sta peggiorando drammaticamente – ha affermato Charlie Paton, fondatore e direttore di Seawater Greenhouse. – La nostra serra può però essere usata in aree dove l’acqua è limitata”.

Produzione di fragole
Il primo progetto pilota della Seawater Greenhouse è iniziato nel 1992 sull’isola di Tenerife nelle Canarie © Abid Katib/Getty Images

Serre su misura

La startup londinese sviluppa le proprie serre utilizzando un software di modellazione per simulare l’ambiente in cui cresceranno le colture. Il design della struttura viene inoltre concepito per massimizzare gli effetti di raffreddamento e umidificazione, progettando quindi la serra per adattarla alle condizioni economiche e climatiche di una particolare regione. Secondo i progettisti praticamente qualsiasi verdura può essere coltivata nelle serre, attualmente nelle strutture esistenti vengono prodotti vari ortaggi, tra cui lattughe, peperoni, cetrioli e pomodori.

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