Secondo una ricerca, la teobromina, una sostanza chimica presente nel cioccolato fondente, potrebbe rallentare l’invecchiamento biologico.
L’ente americano per la protezione della fauna selvatica ha elaborato un piano per proteggere la pantera della Florida dall’estinzione.
Assoldare il proprio peggior nemico per difendersi non sembrerebbe, sulla carta, una grande idea. È però, in sintesi, la strategia di conservazione elaborata dall’ente per la protezione della fauna selvatica degli Stati Uniti per salvare la pantera della Florida (Puma concolor coryi) dall’estinzione.
La pantera della Florida è una rara sottospecie di puma che, a differenza del suo cugino di montagna, vive nelle foreste pianeggianti e negli acquitrini della Florida meridionale. Questo maestoso felino è uno dei mammiferi più minacciati del pianeta, secondo gli scienziati ne esisterebbero in natura tra i 100 e i 180 esemplari. La causa principale del declino della popolazione è la perdita dell’habitat determinato dall’urbanizzazione e dalla costruzione di nuove strade. Sono animali che occupano grandi areali e si spostano molto. La maggior parte degli esemplari rimane vittima di incidenti automobilistici durante questi spostamenti.
Per provare a salvare la specie i biologi del Florida Fish and Wildlife Conservation hanno deciso di rivolgersi agli allevatori per proteggere quello che resta dell’habitat del puma. I proprietari terrieri riceveranno dei finanziamenti, 22 dollari per acro, purché non espandano ulteriormente il terreno adibito a pascolo e mantengano integra la macchia boschiva che costituisce l’habitat della pantera della Florida.
Gli allevatori sono storicamente avversi ai puma, colpevoli di predare il loro bestiame. Bovini, capre, polli, tacchini, ma anche cani e gatti, tutti questi animali possono rappresentare potenziali prede per un puma. L’incognita è se il piano di rimborso previsto riuscirà a far cambiare opinione agli allevatori e a far sì che non vedano più questi predatori come un fastidio ma come una risorsa.
Il piano di conservazione prenderà il via con un progetto pilota della durata di tre anni. «Questo piano rappresenta una delle poche opzioni praticabili per salvare la pantera della Florida – ha dichiarato Alexis Meyer, uno dei responsabili del progetto – è molto difficile spostare un grande predatore».
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