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Entro 4 anni il governo indiano eliminerà prodotti usa e getta, come bottiglie, sacchetti e posate, lo ha annunciato il primo ministro Narendra Modi.
Dall’India, patria del Mahatma Gandhi, parte una nuova rivoluzione non violenta, non contro i colonialisti britannici ma contro la plastica monouso. In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente il primo ministro indiano Narendra Modi ha infatti annunciato che il Paese vieterà tutte le materie plastiche usa e getta entro il 2022.
L’iniziativa promessa dal governo indiano mira a far fronte al grave problema rappresentato dalla plastica in India, si stima che nel Paese vengano prodotte ogni giorno circa 17mila tonnellate di rifiuti di plastica, e rappresenta l’obiettivo più ambizioso a livello globale per combattere l’inquinamento da plastica. “Le scelte che facciamo oggi definiranno il nostro futuro collettivo – ha dichiarato Narendra Modi. – Potrebbero non essere scelte facili, ma attraverso la consapevolezza, la tecnologia e una vera collaborazione globale, sono certo che possiamo fare le scelte giuste. Uniamoci tutti per sconfiggere l’inquinamento da materie plastiche e rendere questo pianeta un posto migliore in cui vivere”.
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La decisione dell’India, definita “senza precedenti” dalle Nazioni Unite, segue quella simile dell’Unione europea, che recentemente ha annunciato il divieto di alcuni oggetti di plastica ampia diffusione, come piatti, posate usa e getta e cannucce, entro il 2030. La svolta indiana è però, se possibile, ancora più importante se si considera l’elevato numero di abitanti della nazione asiatica. Tra gli oggetti che saranno vietati in India entro il 2022 ci sono bottiglie, buste, carta da imballaggio, piatti e posate, cannucce, cotton fiocc e aste dei palloncini.
#WorldEnvironmentDay 2018 in India ??was a landmark day for our planet with impactful #BeatPlasticPollution & #CleanSeas commitments. @ErikSolheim & @deespeak share some of the biggest highlights. pic.twitter.com/r4NsQxv5US
— UN Environment (@UNEnvironment) 6 giugno 2018
L’India ha inoltre annunciato l’avvio di una campagna nazionale contro i rifiuti marini e un programma per censire la quantità di plastica che galleggia lungo i suoi 7.500 chilometri di coste. Anche cento monumenti nazionali saranno ripuliti dall’inquinamento da materie plastiche, a cominciare dal celebre mausoleo Taj Mahal. “Il degrado ambientale colpisce in particolare i poveri e i più vulnerabili – ha affermato il primo ministro indiano. – È dovere di ognuno di noi assicurare che la ricerca della prosperità materiale non porti a un degrado ambientale”.
Il provvedimento del governo indiano rappresenta un’ottima notizia per tutti gli abitanti del Paese e per il mondo intero. C’è però una persona in particolare che, forse, ha gioito più delle altre. È Osho Kalia, trentaduenne che ha rinunciato alla carriera per dedicarsi alla lotta alla piaga della plastica. L’uomo, tra le altre iniziative, ha lanciato la campagna No al politene, sì alle borse di stoffa che mirava a contrastare l’uso delle buste di plastica. Kalia ha iniziato da solo, un passo alla volta, a combattere quello che sembrava un nemico invincibile e oggi l’India sta seguendo il suo esempio.
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