L’inquinamento atmosferico potrebbe aumentare il rischio di demenza

Sappiamo da tempo che l’inquinamento atmosferico danneggia l’apparato respiratorio e cardiovascolare. Ma potrebbe avere un peso anche sui casi di demenza.

  • Un comitato di esperti del governo britannico ha studiato l’impatto dell’inquinamento atmosferico sui disturbi cognitivi delle persone anziane.
  • Dopo aver passato in rassegna una settantina di studi, gli studiosi ritengono probabile che l’esposizione agli inquinanti aumenti il rischio di sviluppare demenza.

Sappiamo che il 99 per cento dei residenti delle aree urbane respira ogni giorno una quantità di agenti inquinanti superiore ai limiti fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Oms che, annunciando queste nuove soglie più restrittive rispetto al passato, ha messo nero su bianco quanto l’inquinamento atmosferico metta a rischio la salute umana, con un bilancio stimato in 7 milioni di morti ogni anno. Se le conseguenze per il sistema respiratorio e cardiovascolare sono ormai comprovate, ce ne sono altre su cui gli studiosi stanno ancora indagando. Come il rischio di sviluppare la demenza.

Cosa dice il report su inquinamento atmosferico e demenza

Su questa ipotesi si è focalizzato il Comitato sugli effetti medici degli inquinanti atmosferici (Committee on the medical effects of air pollutants, Comeap), istituito dal governo del Regno Unito. Questo gruppo di esperti a fine luglio 2022 ha pubblicato una review, cioè un corposo report di quasi trecento pagine che passa in rassegna i risultati di una settantina di ricerche scientifiche precedenti. La loro posizione è chiara: “Abbiamo concluso che ora le evidenze suggeriscono un’associazione tra gli inquinanti atmosferici ambientali e un’accelerazione del declino della funzione cognitiva spesso associato all’età, e al rischio di sviluppare demenza”.

Com’è possibile che l’aria inquinata danneggi il cervello

Nel concreto, questo impatto sulla demenza in età anziana può essere dovuto a diversi meccanismi. Svariati studi sperimentali, per esempio, dimostrano che i danni al sistema cardiovascolare dovuti all’inquinamento atmosferico possano avere un effetto secondario anche sul cervello. Secondo il Comeap, probabilmente è per via del ridotto afflusso di sangue.

Altri studiosi invece ipotizzano che ci siano addirittura degli effetti diretti: le particelle più piccole, per esempio, potrebbero finire negli emisferi cerebrali attraverso i vasi sanguigni o il nervo olfattivo. È ancora da chiarire, però, se le concentrazioni di particolato a cui siamo esposti siano sufficienti per danneggiare in questo modo le funzioni cerebrali. Non ci sono nemmeno abbastanza elementi per dire con certezza quali agenti inquinanti siano più pericolosi.

Una giornata particolarmente inquinata a Pechino, in Cina
Una giornata particolarmente inquinata a Pechino, in Cina © Feng Li/Getty Images

Quante persone soffrono di demenza nel mondo

Con il termine demenza, sottolinea l’Oms, ci si riferisce a un declino delle funzioni cognitive che va oltre rispetto alle normali conseguenze dell’invecchiamento. Nel mondo, più di 55 milioni di individui ne soffrono: un numero che si avvicina all’intera popolazione italiana (59,5 milioni) e che spiega il motivo per cui, ad oggi, tale condizione sia tra le maggiori cause di disabilità e non-autosufficienza per le persone anziane.

Nel 60-70 per cento dei casi la causa scatenante è una patologia come l’Alzheimer, ma individuare anche i possibili fattori ambientali è fondamentale per arrivare a una piena comprensione del fenomeno. E, per quanto possibile, dare delle risposte efficaci. Tanto più perché ogni anno ne vengono diagnosticati quasi dieci milioni di nuovi casi, con un ingente impatto sanitario, psicologico, economico e sociale.

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