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In inverno una cura particolare va riservata al pelo del nostro cane. Ecco i consigli degli esperti veterinari di Mylav.
È inverno e fa freddo anche per i nostri amici a quattro zampe. E, se i cambiamenti climatici permettono di mantenere quasi ovunque un clima non estremamente rigido, è innegabile che soprattutto per i cani che vivono in casa, complici riscaldamento e sbalzi di temperatura, i mesi invernali diventano a rischio per quello che è una delle componenti principali del benessere animale: il pelo. Le prime gelate, infatti, sono dietro l’angolo, soprattutto la mattina e la sera quando si passeggia un po’ infreddoliti per le vie della città con i nostri cani. Se le persone possono fare affidamento su cappotti e maglioni caldi, gli animali hanno il pelo a coprirli. Che sia lungo o corto, liscio o riccio, è proprio il mantello che può rivelare lo stato di salute, ma anche le patologie nascoste che possono essere insidiose per l’organismo. Proprio per questo motivo, con l’aiuto dei veterinari di Mylav, facciamo il punto sull’inverno e sui problemi della cura del mantello dei nostri amici a quattro zampe.
Il pelo per gli animali è una preziosa copertura che permette l’autoregolazione della temperatura corporea. Grazie a un potere termoisolante, infatti, il mantello in inverno tiene il freddo “fuori”, impedendogli così di arrivare alla cute e di raffreddare il corpo. In autunno e in primavera cani e gatti cambiano il pelo e inizia la fase della muta. In primavera il mantello si rinnova crescendo meno fitto e più leggero. In autunno, invece, il pelo cresce più folto. E se la cute protegge dall’entrata di batteri e funghi, diventa una protezione necessaria per il caldo, il freddo e gli agenti atmosferici in genere. Soprattutto durante la stagione fredda è importante conoscere il pelo del proprio cane e prendersene cura nel modo più consono.
Nei cani il pelo viene distinto in: lungo (per esempio collie, levriero afgano, pastore bergamasco); semilungo (come nel pastore tedesco, nel cane lupo cecoslovacco, terranova, samoiedo e siberian husky), corto ( il fox terrier, il labrador o il rottweiller) o raso (negli alani, nel boxer o nei dobermann). Nelle razze canine a pelo raso, ovvero cortissimo e aderente alla pelle, il pelo si presenta fitto ed è opportuno spazzolarlo almeno due volte a settimana con un guanto antistatico. Con i mantelli a pelo corto, si può associare l’uso di un pettine a denti corti e fitti. Importante usare due accortezze: se il pelo è corto, ma allo stesso tempo folto, è sempre meglio optare per l’uso di una spazzola ad aghi sottili e morbidi, in grado di togliere i nodi un paio di volte alla settimana, passando subito dopo anche una spazzola di setole per eliminare l’eventuale sporco residuo. Per chi fa caso ai peli su divani o altro, è meglio sapere che, proprio le razze a pelo raso, cambiano il pelo nel corso di tutto l’anno, e non soltanto nel passaggio da una stagione all’altra.
Tre sono i pigmenti alla base del colore dei mantelli del cane: l’eumelanina nera, l’eumelanina bruna e la phaeomelanina rossa. La diluizione di questi pigmenti e la loro assenza (quindi il bianco) consentono di definire diversi colori, mentre la loro presenza ed espressione dipende dal corredo genetico del nostro amico a quattro zampe, nonché dal condizionamento legato all’azione di geni modificatori in grado di agire differentemente in funzione di alcune variabili ambientali (temperatura, ecc.).
Oggi, grazie ai progressi nell’ambito della ricerca genetica, è possibile effettuare test specifici sui diversi locus (cioè la posizione occupata da un determinato gene o da uno dei suoi alleli in ciascuno dei due cromosomi omologhi) che regolano la colorazione dei mantelli dei cani e della loro tipologia di pelo. Tali test non sono tanto importanti per predire il colore, quanto fondamentali, in alcune razze, per evitare accoppiamenti che potrebbero dare alla luce cuccioli con problematiche più o meno gravi. Le cellule pigmentarie, infatti, hanno un ruolo importantissimo perchè hanno la stessa origine di quelle che sviluppano alcuni organi come per esempio l’apparato uditivo e visivo.
Ciò spiega perché, molte volte, i cani albini possono avere problemi di udito o sordità. È opportuno quindi fare indagini sul pelo, sia al microscopio per osservarne l’aspetto, sia con i test genetici per prevedere eventuali anomalie cromatiche che possono rivelare patologie più serie. È bene avere la stessa attenzione anche nei confronti della cute. Il colore della pelle può riflettere e influenzare quello del pelo, ma anche rivelarne malattie. Non a caso, quindi, la dermatologia veterinaria sta conquistando un’importanza specifica nell’ambito delle cure e del benessere degli animali domestici. Ed è proprio l’inverno, stagione a rischio per la salute di cute e mantello, a esigere cure appropriate e mirate in questo senso.
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