L’innovazione può dare un futuro sostenibile ai polmoni verdi del nostro pianeta: lo sottolinea l’edizione 2024 del report Fao sullo stato delle foreste.
Josetta Saffirio. Qui il vino è sostenibile e tutto al femminile
Da un territorio unico nasce un vino unico. E grazie ad una profonda passione per l’ambiente e il territorio nascono Barbera, Nebbiolo e Barolo biologici. “Una scelta di vita e di famiglia”.
Produrre un vino di qualità, naturale e votato alla sostenibilità, sia nelle pratiche agricole, che nel rispetto del territorio. È questo ciò che accade nelle terre della cantina Josetta Saffirio, azienda vinicola a Monforte d’Alba, in provincia di Cuneo.
Qui dolci declivi avvolgono queste vigne, coltivate da centinaia di anni. Quasi a racchiuderle in un anfiteatro naturale, oggi patrimonio mondiale dell’umanità. “Un’eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino”, si legge nella motivazione che ha portato il Comitato ad inserire nella lista questa regione unica al mondo.
Ed è qui che Sara Vezza, alla terza generazione vitivinicola tutta al femminile, produce Barbera d’Alba, Rossese Bianco, Nebbiolo e Barolo. “Abbiamo cambiato il modo di fare il vino”, racconta mentre si passeggia tra le vigne cariche di grappoli pronti ad essere raccolti, rigorosamente a mano. “Non sopportavo più la chimica. È stata una scelta di vita e di famiglia”.
Così l’uva è coltivata in modo assolutamente naturale. Qui non c’è posto per la chimica. “Non trattiamo nemmeno l’erba che cresce tra i filari, perché in questo modo si crea un microclima ideale”, spiega Sara. La giusta umidità, i giusti nutrienti e la microflora, che può aiutare a combattere gli attacchi parassitari in modo del tutto naturale. Oltre a ridurre l’erosione superficiale. Naturalmente sono ammessi i trattamenti con il verde rame, permessi anche in agricoltura biologica.
Ma è tutta la cantina ad essere sostenibile. Oltre ad aver piantumato un bosco composto da essenze autoctone, che aiuta a compensare le emissioni di carbonio, l’azienda è alimentata da 20 kW di fotovoltaico, mentre il vino è conservato nelle cantine sotterranee dell’azienda, senza bisogno di climatizzazione.
Camminando attraverso i 5 ettari a totale conduzione familiare, si respira un profondo legame col territorio, con una terra che dona dei vini unici, conosciuti in tutto il mondo. Per una bottiglia di Barolo, ci vogliono sette anni di attesa. A confermare l’impegno della cantina è arrivata la certificazione EcoProWine, che valida le buone pratiche dell’azienda, mentre a supervisionare l’impegno dell’azienda c’è la Ccpb (organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari) oltre all’adesione a Tergeo, progetto europeo sostenuto dall’Unione Italiana Vini per la qualificazione delle soluzioni tecnologiche e gestionali in materia di sostenibilità nel settore vinicolo.
Saper fare il vino è un’arte. Saperlo fare in maniera naturale è talento e profonda passione. Perché per essere contadini bisogna avere un profondo rispetto per la terra.
Immagine di copertina via Josetta Saffirio.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Piemonte è la regione italiana che vanta il maggior numero di comuni rurali Spighe verdi con un’attenzione spiccata alla sostenibilità.
I megabassines sono enormi riserve d’acqua pensati per l’agricoltura nei mesi di siccità. Nonostante le ottime promesse, sono oggetto di proteste per il loro impatto ambientale.
Il 26 febbraio 2023 a causa del mare mosso 94 migranti annegarono a 300 metri dalla costa calabrese: non ci furono soccorsi nonostante gli allarmi.
L’attivista 73enne impegnato nella lotta alla caccia alle balene è stato ammanettato a Nuuk su un mandato d’arresto emesso dalla Guardia costiera giapponese. Rischia l’estradizione.
A una settimana dal rogo nell’impianto di raccolta rifiuti, spenti gli ultimi focolai. Per ArpaCal non ci sono pericoli ma mancano le analisi del suolo.
In città le temperature sono più alte che altrove: è il fenomeno dell’isola urbana di calore. La cementificazione del territorio impedisce a piante e suolo di regolare la temperatura dell’aria. Dal soil sealing al calore antropogenico, le cause sono tutte legate alle attività umane.
Interessata un’area di 5mila metri quadrati, il Comune invita i cittadini a tenere chiuse le finestre e a indossare le mascherine ffp2.
Una catena umana per fermare i disboscamenti per far spazio alla grande opera: i comitati di cittadini si muovono per salvaguardare il territorio.