Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Durante i mesi invernali, camini e stufe a legna producono grandi quantità di cenere, che possono tornare utilissime per l’orto.
Con la combustione, il legno perde completamente l’acqua e l’azoto dando origine ad una miscela concentrata di sali minerali, soprattutto calcio, potassio e fosforo. La cenere risulta essere particolarmente ricca anche di magnesio, silicio e di una vasta gamma di altri preziosi microelementi, il suo impiego come fertilizzante risulta quindi molto efficace oltre che economico.
Attenzione però: l’elevata concentrazione di minerali rapidamente solubili la rende molto alcalinizzante, quindi deve essere impiegata con moderazione (non più di 1 kg per ogni 100 mq di terreno) soprattutto nei terreni alcalini, quali sono la maggior parte dei terreni italiani. Per sfruttare al meglio le proprietà fertilizzanti della cenere, si può aggiungerla al compost o al sovescio (concime verde) prima dell’interramento, oppure utilizzarla al momento della semina o del trapianti di fiori e ortaggi.
E’ sufficiente distribuirne due cucchiai da tavola precedentemente mescolata con il 50% di terra, nelle buche di trapianto o meglio nei solchi di semina, evitando il contatto diretto con le tenere radichette delle piantine di giovane età o con i semi.
A beneficiare della capacità fertilizzante della cenere sono gran parte degli ortaggi ed in particolare sedano, patate e tutte le radici (carota, ravanello, rapa…). Anche gli alberi da frutto, in particolare le viti, si avvantaggiano di una manciata di cenere sparsa al piede delle piante, mentre tra i fiori, sono le rose le piante più avide di questo fertilizzante a buon mercato.
La cenere può essere utile anche contro alcuni parassiti. Spolverizzata sulle foglie di cavolo e sui ravanelli tiene lontane cavolaie e altiche, mentre distribuita intorno alle giovani piantine ostacola l’attacco delle lumache.
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