Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Alaska: una nuova miniera minaccia i salmoni e i nativi
L’Epa lancia l’allarme sugli enormi danni ambientali ed economici che potrebbe causare la costruzione di una miniera a cielo aperto nella baia di Bristol.
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (Epa) ha proposto delle norme per proteggere una delle specie di salmone più pescate ed esportate del mondo. La sopravvivenza di questi pesci e del valore economico che ne deriva sono messe a rischio dal progetto per la costruzione di una enorme miniera a cielo aperto nella baia di Bristol, in Alaska.
Il deposito minerario è di proprietà della Dynasty Minerals Nord e della Pebble Partnership. La miniera, destinata all’estrazione di rame, oro e molibdeno, potrebbe diventare una delle più grandi miniere a cielo aperto del mondo, profonda quasi quanto il Grand Canyon e più grande di Manhattan. «La baia di Bristol rappresenta un ecosistema straordinario e da tempo immemorabile sostiene le popolazioni locali, tra cui 31 tribù di nativi americani, che basano la propria sussistenza sulla pesca – ha dichiarato Dennis McLerran, amministratore regionale dell’Epa – per la scienza è chiaro che lo sviluppo del progetto causerebbe danni irreversibili a uno degli ultimi ecosistemi del mondo ancora intatti in cui vivono i salmoni. Le eccezionali risorse ittiche della baia di Bristol meritano una protezione eccezionale».
Secondo i prospetti forniti dalle società coinvolte l’Epa stima che la miniera richiederebbe il più grande scavo a cielo aperto mai eseguito in Nord America. La miniera deturperebbe irreparabilmente una delle zone più selvagge e incontaminate degli Stati Uniti. Le rocce, i minerali di scarto e i rifiuti generati dai lavori coprirebbero buona parte dell’area circostante, costituita da zone umide, laghi e stagni importanti per la biologia del salmone. La miniera richiederebbe inoltre la costruzione di un corridoio per i principali mezzi di trasporto impiegati, per i gasdotti e per gli impianti di depurazione.
L’Epa, Sulla base di analisi scientifiche, ha stilato un rapporto che prevede restrizioni e divieti per ogni opera mineraria nella zona. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente, per esempio, ha posto il veto sullo scarico del materiale dragato, che potrebbe alterare l’ecosistema e i corsi d’acqua, e sull’eventuale costruzione di passaggi e stabilimenti nelle zone umide che uniscono gli habitat dei salmoni.
La replica delle società minerarie coinvolte non si è fatta attendere. «Crediamo che l’Epa non abbia l’autorità legale per imporre condizioni per lo sviluppo delle miniere prima della presentazione di un piano di sviluppo dettagliato e della sua revisione approfondita da agenzie federali e statali», ha affermato Tom Collier, ceo di Pebble Partnership. L’Epa conclude mettendo in guardia le autorità: un’opera di quelle dimensioni in quella particolare area provocherebbe danni senza precedenti non solo per la baia di Bristol ma per l’intera Alaska, con ripercussioni su tutto il Paese.
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