Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Ambientalisti e attivisti provenienti da tutti gli Stati Uniti hanno preso parte alla People’s climate change march, la marcia per il clima organizzata il 29 aprile a Washington e in altre città statunitensi. La scorsa settimana la capitale aveva già ospitato la marcia per la scienza in occasione dell’Earth day, ma secondo gli organizzatori le
Ambientalisti e attivisti provenienti da tutti gli Stati Uniti hanno preso parte alla People’s climate change march, la marcia per il clima organizzata il 29 aprile a Washington e in altre città statunitensi. La scorsa settimana la capitale aveva già ospitato la marcia per la scienza in occasione dell’Earth day, ma secondo gli organizzatori le motivazioni della manifestazione per il clima sono dichiaratamente più politiche: l’obiettivo è protestare contro decisioni specifiche prese in ambito ambientale dall’amministrazione di Donald Trump. Simbolicamente, infatti, la manifestazione è coincisa con il centesimo giorno della presidenza Trump, momento in cui tradizionalmente il capo di stato statunitense è chiamato a fare un resoconto del suo operato nella prima parte del mandato.
Il 28 aprile Donald Trump ha firmato un decreto per rivedere le aree destinate all’esplorazione di petrolio e gas, puntando ad espandere le trivellazioni offshore nell’oceano Atlantico e nell’Artico e ad annullare le protezioni su queste aree istituite dal suo predecessore Barack Obama. Con un altro decreto firmato solo due giorni prima è stato chiesto al segretario dell’interno di rivedere i parchi nazionali creati dagli ultimi tre presidenti americani, che erano stati designati grazie all’Antiquities act del 1906, una legge che permette al presidente degli Stati Uniti di creare aree protette nel territorio federale. Una mossa che mette a rischio almeno 40mila ettari di terra e che renderà più facile l’avvio di attività estrattive in aree che attualmente sono protette dal governo federale.
To change everything, it takes everyone! TODAY, we march for climate, jobs and justice! RT if you plan to join us! https://t.co/U4G57WdcpV pic.twitter.com/zF3oC2y5sJ
— Peoples Climate (@Peoples_Climate) 29 aprile 2017
Trump ha anche annullato alcune delle leggi ambientali approvate durante la presidenza Obama e ha nominato Scott Pruitt a capo dell’Epa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente americana. Pruitt è un uomo che rifiuta la scienza dei cambiamenti climatici e che, secondo quanto riportato dalla Columbia law school, è impegnato nel reclutamento di persone legate al settore dei fossili all’interno dell’agenzia. Come se non bastasse, vuole anche ridurre il budget dell’Epa di almeno un terzo.
These are the national monuments being reviewed under the Trump administration: https://t.co/VplMN2HmuG pic.twitter.com/QYMXWLSkhe
— Los Angeles Times (@latimes) 27 aprile 2017
La prima marcia per il clima è stata organizzata nel 2014 nella città di New York, ma rispetto ad allora l’atmosfera è cambiata completamente. In quell’occasione le persone si erano riunite per supportare le azioni dell’imminente conferenza sul clima delle Nazioni Unite, una tappa fondamentale che ha portato all’Accordo di Parigi l’anno successivo. La marcia di quest’anno, invece, è stata caratterizzata da toni più polemici e politici, con l’obiettivo di protestare lo sviluppo del settore dei fossili e di convincere Trump che il problema del riscaldamento globale è reale. Nella speranza che ciò che era stato affermato da Obama durante la conferenza di Parigi, “Quando le persone marciano, dobbiamo ascoltarle”, sia valido ancora oggi.
TODAY, we march for climate, jobs and justice! It is our time to RESIST, BUILD and RISE! #ClimateMarch https://t.co/U4G57WuNOv pic.twitter.com/3oxrxoQT4p
— Peoples Climate (@Peoples_Climate) 29 aprile 2017
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