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Il settore della mobilità cinese investe nel metanolo per ridurre l’impatto ambientale pur mantenendo le stesse abitudini legate ai trasporti.
Il ministero dell’Industria cinese ha annunciato di voler “accelerare l’adozione delle automobili a metanolo” come metodo per limitare le emissioni di CO2 ed esplorare nuove fonti di energia. Il metanolo, in realtà, non è una novità: viene da tempo utilizzato anche nelle macchine da corsa, perché in grado di dare più potenza al motore senza surriscaldarlo.
Ma c’è metanolo e metanolo. Questo tipo di alcol può essere infatti prodotto partendo dal carbone, dal gas naturale, dalle biomasse e dal diossido di carbonio “catturato”; a interessare Pechino sono ovviamente le fonti pulite. E la capitale cinese non è l’unica a puntare sul settore. Lo scorso agosto, infatti, un fondo di proprietà del magnate filantropo Bill Gates ha investito 37 milioni di dollari in Blue world technologies, una startup danese che vuole convertire le navi porta-container proprio al metanolo “verde”, con la possibilità di ridurre del trenta per cento le emissioni di un settore notoriamente sporco come il trasporto navale. La decisione del ministero pechinese segue quindi questo solco, applicandolo però a un settore altrettanto pesante per l’ambiente, il trasporto automobilistico. A inizio estate, Geely holding group, la più grande azienda produttrice di auto della Cina, aveva annunciato il primo modello di vettura ibrida a metanolo, precisando di volerla portare presto anche in Europa.
L’interesse cinese per il metanolo viene da lontano. Già nel 2012, il governo aveva dichiarato di voler usare l’alcol per aiutare la conversione del parco macchine del Paese verso fonti più sostenibili. La Cina è anche il principale produttore di metanolo al mondo, con circa il sessanta per cento del totale, che viene impiegato soprattutto nel settore delle plastiche. Secondo la rivista Technology review, in alcuni scenari, come i trasporti a lungo raggio, i veicoli a metanolo sarebbero “più economici e sicuri di quelli elettrici”, con una efficienza energetica comparabile a quella dei motori a diesel, “senza il problema delle emissioni del diesel”. Secondo altri studi, le macchine a metanolo “possono essere più efficienti del 21 per cento rispetto quella a gas, emettendo il 26 per cento di diossido di carbonio in meno”. La “killer app” di questo tipo di motore è proprio il settore dei trasporti (sia marini che su gomma). Per alimentare un camion (o un tir) con l’elettrico servono infatti batterie molto grandi e pesanti, oltre che lunghi tempi di ricarica che rischiano di rendere vano l’investimento in vetture di questo tipo. Il metanolo promette di ridurre l’impatto ambientale di questi veicoli senza snaturare le abitudini e le tempistiche dei trasporti.
Il futuro di questa risorsa sta tutto nella capacità del governo cinese di gestirne la diffusione a livello nazionale. Gli esperimenti fatti col metanolo, come detto, sono cominciati nel 2012 ma hanno riguardato solo alcune aree, le uniche ad avere i distributori adatti per il rifornimento. Come fare, quindi? Il Paese sembra voler partire dai trasporti pubblici, i mezzi governativi e i taxi per diffondere l’utilizzo del carburante. Non sarà facile. Nel 1982, lo stato della California avviò un programma con un obiettivo simile, che durò poco a causa del basso prezzo della benzina tradizionale e la mancanza di comunicazione pubblicitaria al riguardo. Questa potrebbe essere la volta buona.
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