Le microplastiche contenute nell’acqua minerale in bottiglia sono nettamente superiori rispetto a quelle presenti nell’acqua di rubinetto. Lo rivela uno studio di Orb Media che ha analizzato centinaia di campioni: c’è anche un brand italiano.
Oltre il 90 per cento dell’acqua minerale in bottiglia contiene microplastiche. I ricercatori della State University of New York in Fridonia hanno analizzato 259 bottiglie di 11 marche diverse, tra cui l’italiana San Pellegrino. Di queste, solo 17 erano prive di plastica. Stando allo studio, commissionato da Orb Media, un litro di acqua in bottiglia contiene in media 10,2 fibre di plastica dello spessore di un capello umano – l’acqua del rubinetto, invece ne contiene 4,45. Il numero di particelle più sottili sarebbe persino più elevato: 314,6. Una delle bottiglie analizzate ne conteneva 10mila.
Come hanno reagito le aziende alla presenza di microplastiche nell’acqua in bottiglia
Le fibre più spesse sono costituite al 54 per cento da polipropilene, il materiale utilizzato per i tappi. Il 16 per cento è composto da nylon, il 6 per cento da pet. La maggior parte si trova nelle bottiglie di plastica, ma anche quelle di vetro non sono immuni alla contaminazione. I ricercatori le hanno acquistate nei negozi o su internet, in 19 località distribuite negli Stati Uniti, in Cina, Brasile, India, Indonesia, Messico, Libano, Kenya e Tailandia.
Uno dei modi usati per identificare le microplastiche nell’acqua è stato l’utilizzo di un colorante chiamato rosso Nilo in grado di rivelarne la presenza. Questa scelta è stata criticata da Nestlé: l’azienda crede che la tintura possa generare “falsi positivi” e ha personalmente analizzato 6 sue bottiglie d’acqua dimostrando che contenevano tra 0 e 5 fibre di plastica. La Coca-Cola ha dichiarato alla Bbc di utilizzare metodi di filtrazione molto severi, ma di essere a conoscenza del fatto che dal momento che le microplastiche si trovano ormai ovunque, la loro presenza non è da escludere neppure all’interno di prodotti altamente trattati.
La notizia ha già fatto il giro del mondo. La State University di New York di Fredonia ha scoperto chel 90% dei marchi più diffusi di acqua minerale in bottiglia di plastica sono state trovate tracce di microplastiche https://t.co/My24u62F8B
Un’altra ricerca ha rivelato la presenza di microplastiche nella maggior parte delle bottiglie appartenenti a 19 brand statunitensi. Gli Stati Uniti sono anche il paese dove l’acqua del rubinetto è risultata più contaminata. Sherri Mason, che ha condotto le analisi chimiche per Orb Media, ha detto che “non si tratta di puntare il dito contro un brand in particolare, ma di dimostrare come la plastica sia ormai dappertutto, e sia diventata un materiale talmente diffuso da trovarsi persino nei beni di prima necessità”. Le microplastiche finiscono spesso sulle nostre tavole, perché vengono ingerite dagli organismi marini.
Secondo Greenpeace nei mari si trovano dai 5mila ai 50mila miliardi di microplastiche.
Acqua del rubinetto, sì o no?
La maggior parte delle persone sceglie l’acqua in bottiglia perché la ritiene più sicura, ma non è detto che sia così. “Se l’acqua del rubinetto è di alta qualità, è sempre la scelta migliore”, ha commentato Scott Belcher, professore di tossicologia all’Università della Carolina del Nord. Un portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian che la questione verrà approfondita per capire quali siano le conseguenze per la salute umana derivanti dall’assunzione di fibre di plastica: i rischi maggiori potrebbero derivare dagli inquinanti che rilasciano.
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