L’inferno dei bambini migranti nel Darien Gap, la giungla al confine tra Colombia e Panama

19mila bambini, spesso non accompagnati, hanno attraversato nel 2021 il Darien Gap, una giungla impervia popolata da gang criminali lungo la rotta migratoria che porta negli Usa.

Nel 2021 almeno 19mila minorenni hanno percorso il Darien Gap, una giungla considerata tra le più pericolose al mondo al confine tra Colombia e Panama. L’area fa parte della rotta migratoria che da anni viene battuta da migliaia di persone dirette verso gli Stati Uniti dal sud America, ma il flusso di quest’anno costituisce un record. Decine di persone sono morte durante l’attraversamento, tra cui alcuni bambini.

Cos’è il Darien Gap

Il Darien Gap è un’area naturale di 575mila ettari dove corre il confine tra la Colombia e Panama. Si tratta di una giungla impervia, dove serpenti, ragni velenosi e altre specie pericolose la fanno da padrone, ma dove anche la vegetazione fitta crea non pochi problemi a chi prova ad attraversarla. Oltre a questo, c’è il problema dell’uomo: il Darien Gap è frequentato da diverse gang armate, che ne fanno il centro delle loro attività.

L'area del Darien Gap, attraversata da migliaia di bambini migranti
L’area del Darien Gap, attraversata da migliaia di bambini migranti © Spoke and Words

Nel corso degli anni sono state frequenti le notizie di estorsioni, rapimenti, omicidi e stupri commessi nella giungla. Le vittime sono per la quasi totalità migranti, che hanno nel Darien Gap un punto di passaggio obbligatorio nella loro rotta verso gli Stati Uniti. Alcuni sono guidati proprio dalle gang locali, che svolgono un ruolo di passatori tra i confini dietro retribuzione da parte delle persone in viaggio. Altri sono stati semplicemente le vittime sacrificali di queste attività criminali. In generale però i decessi nel Darien Gap avvengono soprattutto per cause naturali, come cadute, morsi di serpente, denutrizione, intossicazioni alimentari. 

Un flusso record

Quest’anno il Darien Gap è attraversato da un flusso di persone incomparabile rispetto agli anni scorsi. I disastri naturali in alcune regioni dell’America latina, la situazione critica di Haiti e più in generale le difficoltà economiche derivanti dal Covid-19 hanno spinto sempre più persone a mettersi in viaggio. 

Almeno 91.300 persone hanno attraversato finora la giungla al confine tra Colombia e Panama, un numero composto per almeno due terzi da persone di nazionalità haitiana che però in molti casi vivevano da diversi anni nel sud America.

Il numero è molto alto, se si pensa che il record precedente di attraversamento del Darien Gap era stato nel 2016, con un flusso annuale totale di 30mila persone – meno di un terzo rispetto al 2021, con ancora due mesi e mezzo davanti e la previsione di un ulteriore incremento dei passaggi. Finora nel 2021 almeno 50 migranti hanno perso la vita nella regione, contro una media di 20-30 persone degli anni scorsi.

Sempre più bambini

Ma il numero più impressionante quando oggi si parla di Darien Gap è quello che riguarda i bambini. Come ha sottolineato l’Unicef, almeno 19mila minorenni hanno attraversato la giungla nel 2021, il triplo di quanto avvenuto complessivamente nei cinque anni tra il 2016 e il 2020. Un quinto di queste persone sono bambini, di cui la metà con un’età inferiore ai sei anni. Molti, inoltre, non sono accompagnati dai genitori, altri si sono ritrovati da soli proprio durante il viaggio nell’area naturale impervia: almeno in 150 sono infatti entrati a Panama senza alcun familiare al seguito, 20 volte il numero dell’anno scorso.

C’è anche chi ha perso la vita. L’Unicef conteggia almeno cinque decessi tra i minori migranti nel Darien Gap, inoltre sono stati denunciati 29 casi di abusi sessuali nei confronti di donne adolescenti, un numero che probabilmente è molto più alto nella realtà. 

“Un afflusso così in rapida crescita di bambini diretti a nord dal Sud America dovrebbe essere trattato urgentemente come una grave crisi umanitaria dall’intera regione, non solo da Panama”, ha sottolineato Jean Gough, direttore regionale dell’agenzia per i bambini dell’Onu. E invece nei paesi limitrofi si continuano a chiudere gli occhi. Mentre gli Stati Uniti stanno rimpatriando migliaia di persone entrate nel loro territorio, soprattutto haitiani, il Messico e altri paesi dell’America centrale hanno invece vietato ai migranti di transitare dal loro paese.

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