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Con Mixcycling la plastica a basso impatto ambientale si fa con i fiori

Realizzare plastiche sempre più sostenibili, riducendo l’utilizzo di polimeri di derivazione fossile e sostituendoli in parte con fibre naturali recuperate da scarti di lavorazione industriale: per Mixcycling questo è possibile. Dopo riso e caffè, l’ultima novità messa in piedi dalla  startup che si occupa di innovazione nel settore dei materiali è produrre bioplastica usando i

Realizzare plastiche sempre più sostenibili, riducendo l’utilizzo di polimeri di derivazione fossile e sostituendoli in parte con fibre naturali recuperate da scarti di lavorazione industriale: per Mixcycling questo è possibile. Dopo riso e caffè, l’ultima novità messa in piedi dalla  startup che si occupa di innovazione nel settore dei materiali è produrre bioplastica usando i fiori, in particolare quelli di camomilla e di lavanda, ottenuti rispettivamente dalla produzione di bevande e dal processo di distillazione da cui si estrae l’olio essenziale.

La finalità di Mixcycling è duplice: tagliare il consumo di materie prime e dare impulso all’economia circolare, recuperando risorse che altrimenti verrebbero sprecate. In questo modo, nobilitando e riutilizzando gli avanzi, diminuisce l’impatto ambientale del prodotto finale calcolato con il metodo del ciclo di vita, il cosiddetto Life cycle assessment (Lca).

Mixcycling produce bioplastiche utilizzando scarti di fiori © Mixcycling

Il prodotto finito

Tutti i prodotti realizzati da Mixcycling mantengono le caratteristiche dei materiali che li compongono: nel caso del legno, ad esempio, la sua adattabilità; del sughero la flessibilità, che offre anche una sensazione di morbidezza al tatto. Nel caso dei fiori, i materiali riescono a conservarne il profumo. Realizzando prodotti di packaging con una resa sensoriale piacevole all’occhio, al tatto e all’olfatto, Mixcycling punta a invogliare il consumatore a riutilizzare la confezione dopo l’uso, in un’ottica di ulteriore circolarità del processo.

Inoltre, l’aspetto estetico dei blend, i composti realizzati con polimeri e fibre naturali, rimanda a un qualcosa di intrinsecamente sostenibile e avvicina le persone più attente ai temi della sostenibilità ambientale. È il packaging che parla da solo, che comunica intuitivamente questi valori senza bisogno di etichette esplicative.

Come si ottiene il blend

Il brevetto specifico di Mixcycling riguarda la nobilitazione della fibra organica proveniente da lavorazioni industriali affinché possa diventare un componente adatto alla realizzazione della bioplastica. In particolare il processo di lavorazione degli scarti prevede diverse fasi: selezione e macinazione delle fibre vegetali per la produzione di polveri o granine a diversa granulometria; sanificazione e attivazione delle stesse mediante trattamento brevettato Ntp Technology (Non-thermal plasma technology), che permette di sanificare la fibra vegetale da agenti microbici e aumentare l’adesione tra fibra e polimero “carrier”; miscelazione delle fibre a un polimero termoplastico che può essere convenzionale, riciclato, bio-based o biodegradabile.

fibra caffé nobilitata ©Mixcycling
Fibra di caffè nobilitata per la produzione di bioplastiche © Mixcycling

La scelta della componente di polimero dipende dall’utilizzo per cui il materiale è progettato e in questo senso Mixcycling offre anche un servizio ai propri clienti che andranno a utilizzare il blend, assistendoli con la ricerca e l’individuazione del componente migliore.

L’idea innovativa della startup

Nata all’inizio del 2020 da un’idea di Amerigo Tagliapietra e Gianni Tagliapietra come spin-off dell’azienda vicentina di tappi Labrenta, Mixcycling ha iniziato il proprio percorso riutilizzando i residui della produzione interna dell’azienda, costituiti principalmente da sughero e legno. Poi con il tempo la lista di fibre organiche utilizzate per creare materiali ecologici alternativi alla plastica si è allungata.

Obiettivo dichiarato di Mixcycling è diventare un punto di riferimento nel mondo della sostenibilità dei materiali: grazie alla ricerca scientifica trovare soluzioni che sappiano guidare la transizione dai materiali di origine fossile verso quelli bio-based, realizzati ad esempio con biomasse, e verso un futuro in cui le risorse siano infinitamente rinnovabili. Per questo Mixcycling è entrata nell’ecosistema di LifeGate Way, la controllata del gruppo che ha l’obiettivo di creare un network di startup sostenibili con focus sull’open innovation.

Dopo una prima campagna di crowdfunding, conclusa a settembre dello scorso anno con una raccolta di oltre 700 mila euro, quintuplicata rispetto all’obiettivo iniziale, l’azienda ha in programma per dicembre 2021 un nuovo round sulla piattaforma CrowdFundMe per finanziare opere strutturali e l’attività di R&D.

 

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