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Il trasporto pubblico è strategico per la mobilità sostenibile. Grazie alla tecnologia fuel cell di Toyota, il bus H2. City Gold emette solo gocce d’acqua.
Un tour in quattro tappe per mostrare, attraverso un autobus a zero emissioni, una delle nuove e più interessanti frontiere della mobilità sostenibile. Trieste, Brescia, Terni e Milano sono state le città raggiunte dall’H2.City Gold, l’autobus a idrogeno sviluppato dalla società portoghese CaetanoBus equipaggiato con la tecnologia fuel cell di Toyota; la stessa soluzione che la casa giapponese propone sulla Mirai, prima berlina al mondo alimentata a celle combustibile a idrogeno.
Per un’ulteriore espansione delle soluzioni di mobilità sostenibile, lo scorso anno Toyota e CaetanoBus annunciarono un accordo di co-branding su due modelli: l’elettrico e. City Gold alimentato a batteria e l’H2. City Gold, che sfrutta la tecnologia fuel cell. Proprio quest’ultimo mezzo è stato protagonista del tour al quale ha partecipato anche Snam4Mobility, la società del gruppo Snam impegnata a sviluppare infrastrutture e soluzioni di rifornimento per la mobilità sostenibile, che nei mesi scorsi ha avviato una collaborazione con la casa giapponese e la società portoghese.
“Siamo da sempre impegnati – ha spiegato nella tappa di Terni Andrea Saccone, Communication & external affairs general manager di Toyota Motor Italia – nella realizzazione di una mobilità sostenibile, che veda l’utilizzo sempre più diffuso di mezzi e soluzioni di mobilità a basse emissioni. Per questo motivo, da oltre 30 anni investiamo nello sviluppo di tutte le soluzioni elettrificate, tra cui quella delle fuel cell alimentate a idrogeno. Questo tipo di soluzione, che consideriamo pienamente complementare all’elettrico a batteria, trova applicazione anche nelle automobili e in molte tipologie di mezzi per il trasporto pesante e quello ferroviario, fino alle imbarcazioni”.
Prodotta in serie dal 2014, la Mirai rappresenta punta di diamante dell’impegno di Toyota per la mobilità sostenibile; giunta alla seconda generazione, sfrutta una serie di migliorie tecnologiche che hanno elevato le prestazioni, aumentato l’autonomia e accorciato i tempi di rifornimento. Ma le possibili applicazioni dell’idrogeno ormai vanno oltre le auto: l’esperienza della casa giapponese ha portato al suo sviluppo anche per altre soluzioni, dai bus ai treni, dai carrelli elevatori ai gruppi elettrogeni, fino ad arrivare ai veicoli per l’esplorazione lunare.
Il Caetano H2.City Gold è un autobus urbano lungo 12 metri equipaggiato con la tecnologia fuel cell ad idrogeno di Toyota, in grado di percorrere fino a 400 chilometri con un pieno; si ricarica in meno di nove minuti ed – esattamente come avviene per la Mirai – ha come unica emissione delle gocce d’acqua. Per Nuno Lago de Carvalho, Chief commercial officer di CaetanoBus, “l’idrogeno non è solo il futuro della mobilità, ma già il presente, con una tecnologia affidabile e testata. Abbiamo già venduto in Europa 60 autobus a idrogeno e sono in corso diverse dimostrazioni che ci consentono di mostrare il funzionamento pratico di questa tecnologia nell’uso reale, in diverse condizioni metereologiche, geografiche e di traffico. Con Toyota condividiamo la visione per il futuro della mobilità a idrogeno, che ci aiuterà a decarbonizzare le città e a svolgere un ruolo chiave nella salvaguardia ambientale a beneficio delle future generazioni”.
L’Italia, da questo punto di vista, ha ancora molta strada da percorrere. Gli ultimi dati – relativi al 2019 – vedono il nostro paese agli ultimi posti in Europa in tema di autobus elettrici e a idrogeno immatricolati, con solo il 5,4 per cento di nuovi mezzi “green” entrati in servizio; un dato ancora più preoccupante se si considera che figuriamo tra i principali acquirenti di bus nel vecchio continente.
In quest’ottica, il tour dell’H2.City Gold assume un valore concreto e non solo simbolico, perché nel percorso di decarbonizzazione del comparto mobilità intrapreso dal nostro paese su impulso di Bruxelles, il trasporto pubblico non può certo restare indietro. Toyota, oltretutto, ha previsto di decuplicare la produzione di celle a combustibile passando da 3mila a 30mila unità all’anno; e proprio a gennaio di quest’anno ha iniziato la produzione dei nuovi moduli, basati sul suo sistema avanzato di fuel cell di seconda generazione. Un altro passo concreto verso la realizzazione di una vera e propria società dell’idrogeno.
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