Il secondo produttore al mondo sigla una decisione storica. Ma gli allevamenti avranno tempo fino al 2034 per chiudere.
Il mese scorso c’è stato un caso di mucca pazza in Francia. Una vacca di razza Salers, di cinque anni di età, è morta prematuramente in una stalla delle Ardenne (al confine col Belgio) e tutti gli altri 394 capi dell’allevamento sono stati isolati e messi sotto controllo dopo aver avuto la conferma che si
Il mese scorso c’è stato un caso di mucca pazza in Francia. Una vacca di razza Salers, di cinque anni di età, è morta prematuramente in una stalla delle Ardenne (al confine col Belgio) e tutti gli altri 394 capi dell’allevamento sono stati isolati e messi sotto controllo dopo aver avuto la conferma che si trattava proprio del temuto morbo della mucca pazza, ossia di encefalopatia spongiforme bovina (Esb, o Bse nella sigla inglese), una malattia che era stata sostanzialmente debellata da anni in tutta Europa, vietando l’uso di farine di origine animale come mangime per le mucche.
La Bse è una malattia neurologica cronica, degenerativa e irreversibile che colpisce i bovini. La principale causa di trasmissione è l’alimentazione di carne contaminata ed ossa; e proprio carcasse di animali malati sono state in passato ridotte in farine per aumentare il contenuto proteico del mangime destinato agli animali, e utilizzate anche in alcuni concimi usati per i pascoli. Gli scienziati però hanno dato la colpa anche alla possibile utilizzazione di acqua contaminata per la coltivazione dei terreni in cui poi vanno a pascolare gli animali.
Si è discusso a lungo e non è ancora stato stabilito con certezza assoluta se vi sia o meno un legame tra la Bse e la sua “versione umana”, la malattia neuro-degenerativa di Creutzfeldt-Jakob, che comporta una degenerazione a carico del sistema nervoso centrale che può avere conseguenza mortali.
Erano dodici anni che la mucca pazza non si manifestava in Francia, che proprio per questo lo scorso anno era tornata a essere considerato paese a “rischio trascurabile” rispetto alla malattia. Tale classificazione aveva consentito la riapertura di mercati che erano stati chiusi dopo la crisi. Per colpa di questo caso la Francia al momento ha perso questa classificazione.
Ora, l’Italia importa parecchi bovini francesi, in particolare il Piemonte; per questo la Regione ha disposto misure più restrittive per la macellazione per i capi d’Oltralpe. In particolare sarà asportato tutto l’intestino oltre quelle parte che normalmente vengono eviscerate perché considerate a rischio sanitario.
In Francia però ci sono stati altri casi recenti di malattie negli allevamenti. A fine 2015 ci sono stati casi di influenza aviaria, per fortuna circoscritti e messi sotto controllo. A marzo episodi di lingua blu nell’Alta Savoia e nel sud del paese. Mentre altri episodi di Bse si erano verificati in Romania a inizio marzo, in Slovenia nel novembre dello scorso anno, e prima ancora in Irlanda, in giugno.
Si sta forse allentando il rispetto degli standard sanitari imposti nella zootecnia? Secondo gli esperti no, sarebbero episodi circoscritti e la patologia sarebbe stata bloccata prima di diffondersi proprio perché sono state messe subito in atto le norme previste già nel 2001 per tutte le autorità sanitarie dell’Unione Europa.
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