I lavori del ponte sullo stretto di Messina dovrebbero iniziare a dicembre 2024 e concludersi nel 2032. Ma i cittadini si ribellano.
Myanmar, si sta prosciugando il lago Inle per colpa dell’agricoltura intensiva
Il lago Inle, il secondo più grande lago della Birmania e nota attrazione turistica, si sta riducendo ad un ritmo allarmante.
Il lago Inle, situato in un altopiano nella parte centrorientale del Myanmar e circondato da colline verdeggianti, è uno dei luoghi più affascinanti e frequentati del Paese asiatico, in grado di attirare ogni anno circa 200mila turisti stranieri e un milione di cittadini birmani. Qui gli abitanti, la minoranza etnica intha, il cui nome significa letteralmente, “figli del lago”, hanno imparato a convivere con l’acqua. Sul lago vivono, i villaggi sono costituiti da palafitte e per spostarsi da una casa all’altra si usano imbarcazioni, coltivano orti galleggianti sorprendentemente fertili e fanno affari, ogni cinque giorni in uno dei diversi villaggi che circondano il lago ha infatti luogo un ricco e variopinto mercato galleggiante. Questa civiltà lacustre è però oggi in pericolo, il lago si sta infatti prosciugando rapidamente e sono necessari interventi urgenti per evitare che scompaia.
Cosa succede al lago Inle
“Un secolo fa il lago era profondo sei metri nella stagione delle piogge, ora non è mai più di tre metri di profondità”, ha affermato Martin Michalon, ricercatore dell’École des hautes études en sciences sociales (Scuola di studi superiori in scienze sociali) che studia lo sviluppo e l’impatto del turismo nell’area del lago Inle. La colpa sarebbe della sempre più intensa attività agricola, la comunità, in stagione, è in grado di produrre cinquanta quintali di pomodori al giorno, ma pesticidi e fertilizzanti stanno lentamente avvelenando l’acqua del lago.
Un fragile equilibrio
La deforestazione per creare nuove aree da coltivare sulle colline circostanti ha inoltre provocato l’affluenza di sedimenti verso il lago, che ne hanno alterato l’equilibrio chimico e fisico. Altre cause del declino del lago, che potrebbero mettere a dura prova la falda freatica, sono, secondo Michalon, il grande prelievo di acqua per l’irrigazione e il notevole aumento del numero di turisti.
Turismo a rischio
La scomparsa del lago avrebbe gravi ripercussioni non solo ambientali ma anche economiche. Se le condizioni del lago dovessero peggiorare ulteriormente la principale attrazione turistica della zona verrebbe infatti meno, con conseguenze negative sull’economia locale. Secondo quanto riportato dal ricercatore francese le autorità politiche del Myanmar hanno espresso la volontà di salvare il lago Inle, ma senza intraprendere finora iniziative concrete. “C’è un impegno molto forte, ma sul campo notiamo pochissimi cambiamenti”, ha affermato.
Un paradiso di biodiversità
Il lago Inle, candidato a diventare riserva della biosfera dell’Unesco, ospita inoltre una grande varietà di animali. Vi vivono infatti 267 specie di uccelli, 43 specie di pesci, nove delle quali endemiche, e nelle sue acque nuotano lontre e tartarughe. Il lago è inoltre segnalato come luogo di nidificazione della gru Antigone (Grus antigone), specie in via di estinzione. Per proteggere questo grande patrimonio naturalistico e culturale e garantire un futuro ai figli del lago, che popolano le sue rive da epoca medievale, occorrono interventi urgenti e concreti per regolare agricoltura e turismo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha imposto di rimuovere quasi del tutto alcuni Pfas dall’acqua potabile negli Stati Uniti.
La Corte europea per i diritti dell’uomo dà ragione alle Anziane per il clima: l’inazione climatica della Svizzera viola i loro diritti umani.
Dopo i rilievi nell’acqua potabile del Veneto e della Lombardia, sono state trovate tracce di Pfas nei delfini, tartarughe e squali spiaggiati sulle coste della Toscana.
Un nuovo rapporto di Wri e università del Maryland fa il punto sulla deforestazione. Miglioramenti in Brasile e Colombia, ma passi indietro altrove.
Sabato 6 aprile, il settimanale porta in edicola e online le tematiche del “vivere verde”. Con un’intervista a Simona Roveda.
A distanza di un mese dall’annuncio dello Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità prolungata da El Niño.
La legge europea sul ripristino della natura, la Nature restoration law, è in stallo. Prima del voto finale del Consiglio, alcuni paesi hanno ritirato il loro appoggio.
Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.