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Nel 2006, mentre paesi come la Germania o l’Austria già avevano investito sul fotovoltaico, in Italia avevamo solo 1.400 impianti solari, per un totale di poco più di 9 megawatt, e il “Paese del sole” era il fanalino di coda della produzione di energia da questa fonte. In regioni con tanta irradiazione solare, come Sicilia
Nel 2006, mentre paesi come la Germania o l’Austria già avevano investito sul fotovoltaico, in Italia avevamo solo 1.400 impianti solari, per un totale di poco più di 9 megawatt, e il “Paese del sole” era il fanalino di coda della produzione di energia da questa fonte. In regioni con tanta irradiazione solare, come Sicilia e Sardegna, c’erano rispettivamente appena 44 e 20 impianti.
Nel programma dell’Unione europea, che vinte le elezioni in Italia diventerà quello del governo di Romano Prodi, avevo fatto inserire dei “no” decisi al nucleare e ai fondi delle rinnovabili a petrolieri e inceneritori (Cip6), ma anche dei “sì” ambiziosi che si sono rivelati lungimiranti orientando la scelta mercato energetico italiano verso le rinnovabili e l’efficienza energetica, tra questi il secondo conto energia e il cosiddetto ecobonus, varati in quegli anni, sono riconosciuti e studiati come esperienze di successo anche a livello internazionale.
Appena arrivato al ministero dell’Ambiente, nel maggio 2006, tagliare il Cip6 e far partire l’energia solare divenne una delle priorità. Eravamo così indietro che nessuno credeva possibile un vero sviluppo del solare invece riuscii a convincere Carlo Rubbia a guidare una task force per il solare termodinamico, Jeremy Rifkin a collaborare su idrogeno e innovazione e costituii, con mio decreto ministeriale del 30 agosto 2006, la Commissione nazionale per l’energia solare (Cnes) nella quale collaboravano gratuitamente esperti, rappresentanti di realtà sindacali e imprenditoriali del settore, istituzioni locali e nazionali e associazioni ambientaliste e dei consumatori.
Raccolsi suggerimenti, cercai un procedimento partecipato e competente e feci introdurre un premio per gli impianti solari che sostituivano le coperture in amianto. Puntai ad incentivare gli impianti sugli edifici rispetto a quelli a terra diversificando le tariffe e prevedemmo che le Regioni definissero linee guida per salvaguardare le aree agricole non dimenticando così la mia esperienza di ministro dell’Agricoltura.
Dopo infinite discussioni con il ministero dello Sviluppo economico, che voleva tenere il più basso possibile l’obiettivo di megawatt solari da raggiungere, finalmente il 19 febbraio 2007 riuscimmo a firmare il decreto interministeriale con cui partiva il secondo conto energia.
Con una corretta gestione del settore, oggi, con la stessa cifra di incentivi versati annualmente, avremmo avuto una potenza installata decisamente superiore e un distribuzione dei benefici molto più diffusa. Negli ultimi anni, dopo una serie di conti energia caotici abbiamo visto emanare addirittura norme contro il solare, tasse sugli impianti, divieti e ulteriori ostacoli burocratici.
Oggi l’Italia, nonostante tutto, è uno dei paese leader del solare, gli impianti installati sono circa 800mila e da quei 9 megawatt del 2006 siamo arrivati a oltre 18mila megawatt e questa è la dimostrazione che se si fanno norme semplici, il paese delle piccole imprese, degli artigiani innovativi e delle comunità locali sa rispondere.
Oggi, l’anniversario di quel decreto di avvio del solare in Italia (secondo conto energia) coincide con la data scelta per l’edizione 2016 di una campagna, M’illumino di meno, che ho sostenuto fin dall’origine quando fu lanciata dalla trasmissione Caterpillar nel febbraio 2005 in occasione dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, e la cui durata e crescita conferma l’importanza della mobilitazione per contrastare i cambiamenti climatici.
E perciò proprio oggi, insieme agli amici di Slow Food, delle imprese delle rinnovabili, Aracne, SosTerra, Cetri-Tires e altri abbiamo deciso di festeggiare i dodici anni di M’illumino di meno e i nove anni del conto energia 2007 con lo spegnimento simbolico delle luci dell’hotel Boscolo Exedra di piazza Repubblica a Roma lanciando, da lì il nostro appello a votare Sì al referendum contro le trivelle, del 17 Aprile.
L’Italia potrà scegliere tra un futuro fossile o solare e sono convinto che come al referendum del 2011 sul nucleare e acqua pubblica, saprà fare la scelta migliore.
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