Ocean Cleanup: riparte la missione contro la plastica

Dopo essere rientrata in porto per un guasto lo scorso gennaio, la barriera galleggiante è ripartita alla volta della grande isola di plastica.

Ocean Cleanup non si arrende alle prime difficoltà e ci riprova: il macchinario chiamato Ocean Array Cleanup, una barriera ideata per realizzare la più grande opera di pulizia oceanica mai effettuata, è tornata in mare, diretta verso l’immensa isola di plastica che galleggia nell’oceano Pacifico. Lo ha annunciato su Twitter Boyan Slat, il giovane ideatore del progetto.

 

Provaci ancora, Wilson

Alla fine del 2018 il macchinario, chiamato Wilson e lungo circa 600 metri, aveva subito un guasto provocato dalla costante esposizione alle onde e al vento, in seguito al quale aveva perso un pezzo lungo circa venti metri, ed era dovuto rientrare in porto. Dopo circa quattro mesi di lavoro Wilson è stato riparato ed è nuovamente diretto verso il Pacific Trash Vortex, tra la California e le Hawaii. “Speriamo che la natura non abbia troppe sorprese in serbo per noi questa volta – ha twittato Boyan Slat. – Ad ogni modo, stiamo imparando molto da questa campagna.”

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Wilson 2.0

Gli ingegneri di Ocean Cleanup, oltre ad aggiustare il danno, hanno cercato di migliorare la barriera galleggiante affinché il problema non si verifichi di nuovo. Alla versione aggiornata dell’Ocean Array Cleanup sono state applicate due migliorie. Ora è dotata di una serie di grandi boe gonfiabili, che dovrebbero rallentarne la deriva e aiutarla a mantenere una velocità inferiore rispetto alla plastica. Il team ha inoltre cercato di aumentare la durata del dispositivo realizzando connessioni più semplici tra i vari componenti e rimuovendo alcune strutture di stabilizzazione ampie e non necessarie. È stato infine adottato un approccio più modulare alla sua costruzione, per consentire ai tecnici di effettuare riparazioni e apportare modifiche senza la necessità di portare a terra l’intera barriera.

Wilson in azione nell'oceano Pacifico
L’Ocean Array Cleanup non costituirà un pericolo per gli animali marini, secondo i suoi creatori, che potranno passare sotto le barriere galleggianti © Ocean Cleanup

Una barriera sostenibile

Gli strumenti di cui è dotato Wilson sono alimentati ad energia solare e, sfruttando le correnti marine, la macchina non necessita di energia per raccogliere la plastica. In occasione della sua prima esperienza sul campo i biologi marini che seguono il progetto a bordo della nave di supporto hanno affermato di non aver rilevato alcun significativo impatto ambientale.

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