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Oggi sveliamo i nuovi dati dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, che da quattro anni presentiamo con Eumetra Mr. Ma prima di studiare i risultati della ricerca del 2018, voglio proporre, in breve, una chiave di lettura che potrebbe aiutarci a comprendere appieno e forse ad anticipare quello che accadrà nei prossimi anni. Con LifeGate dal 2000
Oggi sveliamo i nuovi dati dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, che da quattro anni presentiamo con Eumetra Mr. Ma prima di studiare i risultati della ricerca del 2018, voglio proporre, in breve, una chiave di lettura che potrebbe aiutarci a comprendere appieno e forse ad anticipare quello che accadrà nei prossimi anni.
Con LifeGate dal 2000 ci occupiamo, come sapete, solo di sostenibilità. Dalla nostra esperienza posso dire che l’interesse per le tematiche relative al rispetto sociale e ambientale è cresciuto in Italia dagli anni ’90 al 2000 senza particolari sbalzi sino alla crisi del 2008.
Poi, nel 2008, qualcosa è cambiato. Abbiamo parlato spesso, anche nelle passate edizioni dell’Osservatorio, delle possibili cause per spiegare cos’è successo, per esempio con la nascita dei nuovi media, i social, e la necessità della trasparenza da parte delle aziende. Ma, secondo me, gli effetti si sono visti soprattutto in due settori: l’alimentare, con l’esplosione del biologico, e sempre nel 2008, con l’inizio della transizione energetica verso le energie rinnovabili.
Nel 2010 poi in un altro settore ancora si registra un’impennata esponenziale di fatturato: il campo dell’automotive con i veicoli ibridi.
Questi tre settori, alimentare, energia e automotive, iniziano a investire tantissimo in comunicazione per raccontare la sostenibilità.
Arriva il 2015: Expo 2015. Ormai in quasi tutti i settori si parla e si investe in sostenibilità sia ambientale sia sociale. Il tema diventa di dominio pubblico, gli italiani si informano sempre più e – lo abbiamo visto nell’edizioni precedenti dell’Osservatorio – in pochi anni circa 30 milioni di italiani diventano interessati o addirittura “appassionati” all’argomento.
Oggi vediamo anche i dati del 2018 e, insieme a questi, alcuni indizi su quello che accadrà nei prossimi anni. Finalmente anche in settori come la moda si parla sempre più di sostenibilità, dai grandi marchi che abbandonano le pellicce alle sperimentazioni di nuovissimi tessuti, e questo induce i media più popolari e “pop”, come la tv, a trattare questi argomenti. Non so se avete avuto modo di vedere il servizio delle Iene su Italia 1 andato in onda qualche settimana fa e registrato nella sede LifeGate (anzi, proprio nel mio ufficio), che verte sui temi dell’energia rinnovabile e su cosa possiamo fare con le nostre scelte quotidiane: si intitolava “Come inquinare di meno e vivere felici”.
Ma oltre a tutto ciò, nell’ultimo anno qualcosa di molto importante si sta muovendo: il settore che più di tutti inciderà sul cambiamento verso il nuovo stile di vita. Parlo del settore della finanza. Alcuni operatori innovativi hanno iniziato a parlare di investimenti sostenibili a impatto già dal 2016 e ora grandi operatori hanno inserito nei loro piani industriali l’intenzione di diventare dei veri e propri operatori ad impatto.
Bene, siamo vicini al momento in cui a nessuna azienda converrà non essere sostenibile. I dati di come ragionano gli italiani li leggiamo oggi nel report dell’Osservatorio, e personalmente tutto questo mi dà la speranza e la fiducia sul fatto che lasceremo un mondo migliore alle future generazione.
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