
Sono già 26 i palestinesi uccisi dalle forze israeliane nel 2023: numeri che inquadrano una condizione sociale sempre peggiore tra isolamento e proteste.
La conferenza per proteggere gli oceani, Our Ocean, si è conclusa con almeno due buone notizie.
Our Ocean, una grande conferenza per la protezione degli oceani si è tenuta a Washington, negli Stati Uniti, il 16 e il 17 giugno. Organizzata dal dipartimento di Stato americano, ha visto la partecipazione di diversi presidenti, ministri e rappresentanti della società. Dal segretario di Stato americano John Kerry al presidente di Kiribati Anote Tong, dall’attore Leonardo DiCaprio al presidente degli Stati Uniti Barack Obama intervenuto attraverso un videomessaggio.
La conferenza è stata scandita da due grandi notizie. La prima è la presentazione dei prossimi impegni che la Casa Bianca ha preso di fronte agli americani e all’intera comunità internazionale: creare la più grande area marina protetta dell’oceano Pacifico proseguendo nel percorso cominciato dall’ex presidente americano George W. Bush. Verrà triplicata la superficie di una riserva già esistente che comprenderà l’intera area oceanica che va dalle isole Hawaii alle isole Samoa americane.
Lo scopo è proteggere il Pacifico da problemi fondamentali quali il sovrasfruttamento delle risorse ittiche, l’inquinamento marino e l’estrazione di combustibili fossili, l’acidificazione dovuta all’aumento della CO2 in atmosfera che, per la maggior parte, viene assorbita proprio dagli oceani. Secondo quanto dichiarato da Kerry, il progetto sarà operativo nel giro di qualche mese attraverso un decreto presidenziale dopo aver consultato le realtà direttamente interessate.
Nel videomessaggio Obama ha detto che “se lavoriamo insieme possiamo proteggere i nostri oceani per le generazioni future. Raddoppiamo gli sforzi e assicuriamoci di poter dire, tra qualche anno, guardando negli occhi i nostri figli, che abbiamo fatto la nostra parte”. Oggi sono 500 le “zone morte”, quelle dove la vita sottomarina è già scomparsa.
La seconda notizia positiva è arrivata dalle parole di Leonardo DiCaprio che ha promesso di donare, attraverso la sua fondazione, 7 milioni di dollari (circa 5,2 milioni di euro) per la salvaguardia della biodiversità marina: “Servono iniziative concrete per salvare il saccheggio degli oceani e le loro risorse vitali. Serve attivismo e una leadership coraggiosa”.
DiCaprio da anni spende tempo e risorse per la realizzazione di progetti che proteggano specie animali e vegetali a rischio, dalle tigri nepalesi agli elefanti per cui ha di recente donato un milione di dollari. Ma nel discorso tenuto alla conferenza, l’attore americano ha detto che quando era bambino, il suo sogno era diventare un biologo marino.
A conclusione di una due giorni davvero positiva per gli oceani, che ha decretato la volontà di Obama di essere ricordato come il presidente dell’ambiente, c’è stato l’intervento di Tommy Remengesau, presidente della Repubblica di Palau, che ha annunciato la prossima creazione di un’area protetta di 600mila chilometri quadrati che integri quella americana ponendo le basi di un santuario marino transfrontaliero.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Sono già 26 i palestinesi uccisi dalle forze israeliane nel 2023: numeri che inquadrano una condizione sociale sempre peggiore tra isolamento e proteste.
Quali sono le strategie per decarbonizzare i fertilizzanti in agricoltura, oggi responsabili del 2,1 per cento delle emissioni globali di gas serra.
Grazie al progetto didattico del Gruppo Prada e Ioc-Unesco, tra creatività e osservazioni naturalistiche.
I Paesi delle isole del Pacifico contro la decisione del Giappone di sversare entro l’estate le acque della centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano.
L’ennesimo danno della siccità in Kenya: milioni di uccelli, in mancanza di erba, stanno devastando i campi. Saranno soppressi con un avicida pericoloso.
Il World economic forum ha stilato la classifica dei dieci maggiori rischi globali: sei riguardano le condizioni del pianeta.
La Svezia ha annunciato la scoperta di un enorme giacimento di terre rare, fondamentali per la transizione verde e per le quali la Ue dipende dalla Cina.
Nel 2007 il governo dell’Ecuador aveva chiesto finanziamenti per poter lasciare nel sottosuolo il petrolio del parco Yasuní. Il piano non ha funzionato.
Il declino della popolazione di impollinatori ha dirette conseguenze sulla vita umana: per la prima volta, uno studio mette in correlazione i due fenomeni.