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Nonostante Donald Trump, i sindaci di tutto il mondo proseguono la battaglia contro i cambiamenti climatici. Parigi e Londra lanciano la “Air’volution”.
La deriva anti-ecologica verso la quale si incamminano gli Stati Uniti di Donald Trump e le incertezze europee derivanti dalla Brexit non sembra in grado di scoraggiare sindaci e amministratori locali nei loro sforzi per lottare contro i cambiamenti climatici. Al contrario, l’impressione è quella di un rilancio dell’opposizione alle scelte nefaste per l’ambiente e di un rinnovato sforzo per la tutela del clima.
A poche ore di distanza dalla clamorosa decisione del presidente americano di cancellare il Clean power plan, rilanciando così l’uso del carbone per produrre energia, una coalizione di 23 stati federali, città e contee ha indirizzato una lettera al nuovo inquilino della Casa Bianca. Nella quale gli enti locali manifestano la loro “ferma opposizione” alle scelte adottate in materia ambientale. I governatori dell’Oregon, della California e dello stato di Washington, assieme ai sindaci di Seattle, Portland, San Francisco, Oakland e Los Angeles, hanno spiegato nel documento che “i cambiamenti climatici rappresentano una delle principali minacce per le nostre popolazioni. Boschi e foreste si incendiano sempre più di frequente vicino alle nostre case, l’acidificazione degli oceani prosegue e le ondate di siccità mettono in ginocchio i nostri agricoltori. In gioco ci sono troppe cose, dalla salute alla sicurezza dei nostri posti di lavoro e dei nostri mezzi di sussistenza: non possiamo più fare marcia indietro”.
Ma negli Stati Uniti l’ondata di proteste contro le decisioni di Donald Trump sta mobilitando anche le imprese. È il caso di quelle riunite nel gruppo We Mean Business, secondo le quali “il decreto presidenziale distrugge le politiche di sviluppo a favore delle energie rinnovabili”, ovvero di un settore in grado di “favorire lo sviluppo delle aziende, sostenere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro”. Perfino il colosso petrolifero ExxonMobil ha messo in guardia la Casa Bianca, ricordando che l’Accordo di Parigi – che gli Usa rischiano di fatto di abbandonare – rappresenta “un quadro efficace per fronteggiare i cambiamenti climatici”.
Nel frattempo, a Parigi, i sindaci di Parigi, Londra e Seul hanno tenuto nella giornata del 29 marzo un vertice con l’obiettivo di lanciare un ambizioso programma per abbattere le emissioni nocive derivanti dal traffico automobilistico urbano. Riuniti nella capitale francese, Anne Hidalgo, Sadiq Khan e Park Won-soon hanno presentato il progetto, battezzato significativamente “Air’volution”: la rivoluzione dell’aria.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è di “permettere ai cittadini di conoscere il vero impatto ambientale dei veicoli che comprano e che guidano”, hanno spiegato i primi cittadini in un comunicato. Il sistema prevede l’installazione di micro-centraline mobili nelle strade delle metropoli e su differenti modelli di auto. I dati raccolti (a partire dalle prime città che avvieranno concretamente il progetto, ovvero Londra e Parigi) saranno quindi analizzati al fine di attribuire a ciascun veicolo un punteggio, che sarà poi pubblicato su un sito internet.
“L’aria che respiriamo nelle nostre città ci uccide – hanno spiegato senza mezzi termini Hidalgo e Khan -. Per noi non esiste priorità più importante della salute e della sicurezza dei nostri cittadini. È per questo che la nostra principale responsabilità è di rendere l’ambiente più pulito. E ciò impone la necessità di dar vita ad una rivoluzione della qualità dell’aria”.
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