In Uruguay la scuola green che insegna lo sviluppo sostenibile ai bambini

È costruita con circa 2.000 pneumatici, 3.000 bottiglie di vetro, 1.500 bottiglie di plastica e 12.000 lattine insieme a legno, vetro e cemento la Escuela Sustentable, che sorge a Jaureguiberry, piccolo villaggio di 500 abitanti a poca distanza dalla capitale dell’Uruguay, Montevideo. È la scuola numero 294 dell’Uruguay, ma unica nel suo genere. L’istituto, che

È costruita con circa 2.000 pneumatici, 3.000 bottiglie di vetro, 1.500 bottiglie di plastica e 12.000 lattine insieme a legno, vetro e cemento la Escuela Sustentable, che sorge a Jaureguiberry, piccolo villaggio di 500 abitanti a poca distanza dalla capitale dell’Uruguay, Montevideo. È la scuola numero 294 dell’Uruguay, ma unica nel suo genere.

L’istituto, che ospita circa 30 studenti, dai tre ai 12 anni, ma progettata per accoglierne un centinaio, è indubbiamente un edificio sui generis: realizzato in materiali riciclati, non è connesso alla rete elettrica perché energeticamente autosufficiente, recupera l’acqua piovana e non necessita di climatizzazione: la temperatura interna è costantemente sui 20 gradi centrigradi.

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La Escuela sostentable può ospitare un centinaio di bambini. Foto via Facebook/Escuela Sostentable

Progettata dall’architetto americano Michael Reynolds, conosciuto come il progettista che costruisce gli edifici con la spazzatura, la scuola è realizzata secondo i principi dell’edilizia sostenibile. L’energia proviene dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto. La parte a sud è ricoperta da vetrate, cosicché l’utilizzo della luce artificiale viene ridotto al minimo. Il giardino ospita un orto coltivato direttamente dai bambini. La costruzione è stata completata in sette settimane ed ha coinvolto studenti e architetti da tutto il mondo.

La scuola green che insegna il riciclo e la conservazione ambientale

Insegnanti formati e preparati in conservazione ed educazione ambientale, dedicano alcune ore della settimana ad insegnare agli studenti il riciclo corretto dei materiali, la raccolta differenziata, il riconoscimento delle piante e la coltivazione di un orto. Frutta e verdura vengono raccolti e consumati dagli stessi studenti.

“Quando si è piccoli i nostri maestri, i nostri genitori, i nostri amici hanno un impatto importante nella nostra vita”, spiega uno dei volontari che hanno lavorato al progetto. “Poter frequentare una scuola di questo tipo pone il bambino su un altro livello, nel senso che non pensa più solo a sé stesso, ma al suo rapporto con la comunità”.

“Insegnare il rispetto per il pianeta è lo stesso che insegnare a leggere, scrivere e far di conto”, dice Reynolds in un’intervista raccolta in un documentario che racconta il progetto. “Solo così porteremo le persone a comprendere il mondo, non il mondo dell’economia o della politica, ma il pianeta, la Terra”.

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