L’innovazione può dare un futuro sostenibile ai polmoni verdi del nostro pianeta: lo sottolinea l’edizione 2024 del report Fao sullo stato delle foreste.
Plastica nel Mediterraneo, presente in 116 specie diverse e in migliaia di esemplari
Lenze, reti da pesca, buste, bottigliette, flaconi, e molto molto altro. Il Mediterraneo è invaso dalla plastica e a dimostrarlo è l’ultimo studio, il più ampio ed aggiornato sull’intero bacino marino, al quale hanno partecipato i ricercatori di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e pubblicato da Springer Nature sul libro
Lenze, reti da pesca, buste, bottigliette, flaconi, e molto molto altro. Il Mediterraneo è invaso dalla plastica e a dimostrarlo è l’ultimo studio, il più ampio ed aggiornato sull’intero bacino marino, al quale hanno partecipato i ricercatori di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e pubblicato da Springer Nature sul libro “Plastics in the Aquatic Environment – Current Status and Challenges“. I risultati sono desolanti: almeno 116 specie diverse campionate hanno ingerito plastica. Di queste il 59 per cento erano pesci ossei, come sardine, triglie, orate, merluzzi, acciughe, tonni, scampi, gamberi rossi; il restante 41 per cento era costituito da altri animali marini come mammiferi, crostacei, molluschi, meduse, tartarughe, uccelli.
Plastica nel Mediterraneo, chi la ingerisce e chi resta intrappolato
La plastica può colpire gli organismi marini attraverso l’ingestione e l’intrappolamento. Ingerire plastica però può comportare anche l’assunzione di batteri e altri patogeni da parte degli organismi marini. Sono state infatti rintracciate 168 categorie di organismi marini trasportati da oggetti galleggianti anche in ambienti in cui non erano stati rintracciati prima. Non solo rifiuti insomma, ma portatori a grandi distanze di possibili malattie.
Si è poi calcolato che almeno 44 specie marine si sono ritrovate letteralmente intrappolate nella plastica, in particolare reti da pesca. L’intrappolamento spesso determina la morte per affogamento, strangolamento o denutrizione, soprattutto per i mammiferi marini: è la tartaruga marina Caretta caretta ad essere la più soggetta sia per quanto riguarda l’ingestione che l’intappolamento, tanto da essere usata come specie sentinella per quanto riguarda la presenza di rifiuti marini.
Un progetto europeo di ricerca (Indicit), a cui collabora anche l’Ispra, ha monitorato e valutato lo stato di salute delle tartarughe e di conseguenza dell’ambiente marino in cui esse vivono. Su 1.406 tartarughe analizzate (458 vive e 948 morte), il 63 per cento presentava plastica ingerita e quasi il 58 per cento degli esemplari vivi di Caretta caretta aveva plastica nelle feci.
Il 75% dei rifiuti marini è di plastica
Secondo una recente ricerca condotta sempre dall’Ispra e dal Sistema per la protezione dell’ambiente (Snpa), per monitorare la qualità dei nostri mari, nei fondali della regione Adriatico-Ionica la media dei rifiuti rinvenuti supera i 300 rifiuti ogni chilometro quadrato, dei quali l’86 per cento è plastica, in particolare usa e getta (il 77 per cento). Imballaggi industriali e alimentari, borse, bottiglie di plastica, retine per la mitilicoltura, sono i rifiuti più comuni. La situazione non è rosea nemmeno in superfice: le quantità di macroplastiche rinvenute raggiungono una densità media che oscilla all’incirca tra i 2 e i 5 oggetti flottanti per chilometro quadrato, mentre la densità media delle microplastiche, ossia particelle più piccole di 5 mm, è compresa tra 93 mila e le 204 mila microparticelle per chilometro. Facendo del Mediterraneo uno dei mari con la maggiore presenza di microplastica.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Piemonte è la regione italiana che vanta il maggior numero di comuni rurali Spighe verdi con un’attenzione spiccata alla sostenibilità.
Lo ha rivelato un nuovo studio internazionale che ha analizzato oltre cento esemplari provenienti da diverse aree trovando, in ognuno di essi, frammenti di plastica.
I megabassines sono enormi riserve d’acqua pensati per l’agricoltura nei mesi di siccità. Nonostante le ottime promesse, sono oggetto di proteste per il loro impatto ambientale.
Il 26 febbraio 2023 a causa del mare mosso 94 migranti annegarono a 300 metri dalla costa calabrese: non ci furono soccorsi nonostante gli allarmi.
L’attivista 73enne impegnato nella lotta alla caccia alle balene è stato ammanettato a Nuuk su un mandato d’arresto emesso dalla Guardia costiera giapponese. Rischia l’estradizione.
A una settimana dal rogo nell’impianto di raccolta rifiuti, spenti gli ultimi focolai. Per ArpaCal non ci sono pericoli ma mancano le analisi del suolo.
In città le temperature sono più alte che altrove: è il fenomeno dell’isola urbana di calore. La cementificazione del territorio impedisce a piante e suolo di regolare la temperatura dell’aria. Dal soil sealing al calore antropogenico, le cause sono tutte legate alle attività umane.
Interessata un’area di 5mila metri quadrati, il Comune invita i cittadini a tenere chiuse le finestre e a indossare le mascherine ffp2.