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Il 16 settembre è la Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono organizzata dalle Nazioni Unite per affrontare una difficile sfida ambientale.
Il 16 settembre del 1987 è stato siglato il protocollo di Montreal, una delle più importanti iniziative adottate dalla comunità internazionale per contrastare il fenomeno del buco nell’ozono. Il documento ha catalogato le sostanze chimiche colpevoli di impoverire lo strato di ozono e ha stabilito precise scadenze per l’interruzione della loro produzione e del loro consumo.
Il 16 settembre, proprio per commemorare la firma di questo trattato, si celebra la Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono, istituita nel 1994 dall’Assemblea generale delle Nazioni unite. «Recenti scoperte scientifiche mostrano l’importanza del protocollo di Montreal – ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – senza gli accordi stabiliti dal trattato le sostanze dannose presenti nell’atmosfera sarebbero aumentate esponenzialmente. Il protocollo ha evitato milioni di casi di cancro della pelle».
Il termine “buco nell’ozono” si deve al Premio Nobel Sherwood Rowland che lo ha coniato nel 1985 per indicare l’inusuale assottigliamento dello strato di ozono presente nella stratosfera, a una distanza compresa tra 10 e 40 chilometri dalla superficie terrestre. Le Nazioni unite invitano gli stati membri a promuovere la giornata e ad adottare iniziative in conformità con gli obiettivi del protocollo. La preservazione dello strato di ozono rappresenta una sfida che il pianeta non può perdere, ne va della sua stessa sopravvivenza, o perlomeno delle creature che lo popolano. Lo strato di ozono infatti funge da scudo proteggendo la Terra dalla parte nociva dei raggi del sole, contribuendo così a preservare la vita sul pianeta.
La strada intrapresa è quella buona, lo conferma Paul A. Newman, scienziato alla guida di un team di ricercatori che ha recentemente pubblicato un rapporto condotto dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) dal quale emerge il restringimento del buco nell’ozono. «La ricostruzione dello strato di ozono che protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette del sole è a buon punto, grazie all’azione internazionale concertata contro i gas distruggi-ozono, come i Cfc». I buoni risultati devono essere un incentivo per intensificare ulteriormente gli sforzi, come si evince anche dallo slogan adottato per l’edizione 2014, “Protezione del buco nell’ozono: la missione continua”.
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