Regno Unito, reintrodotto uno dei pesticidi neonicotinoidi vietati nell’Unione europea

Brexit è anche questo: il Regno Unito ha deciso di concedere agli agricoltori l’impiego, seppur temporaneo, di uno dei pesticidi più pericolosi per le api.

Mentre si cerca di capire quali effetti avrà la Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (Ue), sulle politiche ambientali britanniche, sono già state compiute delle scelte rilevanti oltremanica. Il segretario all’Ambiente, George Eustice, ha infatti approvato l’utilizzo di uno dei tre pesticidi neonicotinoidi vietati dall’Ue: il thiamethoxam.

Questa sostanza, insieme a clothianidin e imidacloprid, è stata proibita nei paesi dell’Unione poiché ritenuta pericolosa per le api e gli altri insetti impollinatori, come spiegato in un report redatto nel 2019 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Who).

Gli studi suggeriscono che i neonicotinoidi possano diminuire il tasso di natalità di questi insetti e il numero di api regine, causare loro danni al cervello, indebolimento del sistema immunitario e incapacità di volare. Inoltre, il ricorso a questi prodotti può risultare dannoso anche per gli organismi che popolano il sottosuolo.

Non sono miele di Markus Imhoof
La vita dell’uomo è da secoli legata alla presenza delle api © Bianca Ackermann/Unsplash

Il pesticida servirà per debellare un virus che colpisce la barbabietola da zucchero

Nonostante fosse tra i paesi che avevano sostenuto il bando a livello comunitario, il Regno Unito a distanza di anni ha preferito soddisfare le richieste dell’Unione nazionale degli agricoltori e della British sugar, unico produttore locale di barbabietola da zucchero, proprio per proteggere questa pianta da un virus che causa l’ingiallimento delle foglie.

Il governo ha precisato che l’impiego del thiamethoxam sarà concesso temporaneamente, in maniera “limitata e controllata”, per un periodo massimo di 120 giorni. “Non verrà spruzzato sulle piante in fiore”, ha specificato un portavoce del dipartimento dell’Ambiente britannico. “Come accaduto altrove, abbiamo fornito un’autorizzazione d’emergenza poiché non c’erano alternative”. In effetti, una decisione analoga era stata presa dalla Francia nel mese di ottobre.

Le critiche da parte degli ambientalisti

Secondo la Wildlife trusts, una federazione che riunisce 46 organizzazioni per la conservazione della natura nel Regno Unito, i parlamentari si sono “piegati” agli interessi degli agricoltori, mentre avrebbero dovuto impegnarsi a proteggere le api, la cui popolazione sul territorio britannico si è ridotta di un terzo in dieci anni. In Europa, una su dieci specie di api o farfalle è a rischio di estinzione. A minacciarle sono soprattutto “le tre p”: pesticidi, parassiti e perdita di habitat. Il tasso di estinzione degli insetti è otto volte più veloce di quello dei vertebrati: circa il 40 per cento delle specie di insetti è sottoposto a drastici tassi di declino in tutto il mondo. E ricordiamo che da loro dipende sia l’equilibrio degli ecosistemi, sia la nostra nutrizione: tre quarti delle coltivazioni su cui si basa la nostra alimentazione sono impollinate dalle api.

Purtroppo, in un clima incerto sia dal punto di vista politico sia per colpa della pandemia, il rischio è che la tutela dell’ambiente e della biodiversità passi in secondo piano. Ma la crisi che stiamo attraversando ci ha dimostrato ancora una volta che preservare gli habitat debba necessariamente rientrare fra le priorità delle istituzioni.

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