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La Francia ha richiamato il proprio ambasciatore in Italia. Si tratta della prima volta che accade dal 1940, quando Roma dichiarò guerra a Parigi.
Nella giornata di giovedì 7 febbraio la Francia ha annunciato il richiamo del proprio ambasciatore in Italia. Una decisione assunta di fronte a quella che per Parigi è “una situazione grave che non ha precedenti”.
La decisione è stata formalizzata da una portavoce del ministero degli Affari esteri, che ha stigmatizzato le “accuse ripetute”, gli “attacchi privi di fondamento” e le “dichiarazioni oltraggiose”. “Le ultime ingerenze – si legge in un durissimo comunicato pubblicato dal governo di Parigi – costituiscono un’ulteriore provocazione inaccettabile. Esse violano il rispetto dovuto alle scelte democratiche assunte da un popolo amico e alleato. Nonché il rispetto che deve essere mantenuto tra governi democraticamente e liberamente eletti”.
Italia/Richiamo dell’ambasciatore di Francia per consultazioni. Ritrovate la traduzione della dichiarazione della portavoce del ministero francese dell’Europa e degli Affari esteri (7 febbraio 2019) : https://t.co/UTObtSiKyG pic.twitter.com/X56hQ0Dh6I
— La France en Italie (@FranceenItalie) 7 febbraio 2019
Il riferimento è alle critiche avanzate in particolare dai due vice-presidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nonché alla loro “vicinanza” con il movimento dei “gilet gialli”. Come sottolineato dall’agenzia Ansa, “non era mai successo dai tempi della Seconda guerra mondiale che Parigi richiamasse il proprio ambasciatore in Italia. L’ultima volta accadde il 10 giugno 1940 quando il Regno d’Italia entrò in guerra contro la Francia, consegnando la dichiarazione all’allora ambasciatore André François-Poncet”.
“Le ultime ingerenze rappresentano una provocazione supplementare e inaccettabile”. Il comunicato con cui Parigi ha richiamato oggi l’ambasciatore francese a Roma “per consultazioni”. #Francia pic.twitter.com/qkZnX75Kwz
— Anais Ginori (@anaisginori) 7 febbraio 2019
A tale situazione ha reagito immediatamente il Quirinale, che ha chiesto di ristabilire un clima di fiducia tra le due nazioni, sottolineando al contempo la “grande preoccupazione” per la situazione: “I consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia vanno difesi e preservati”.
In termini diplomatici, il richiamo dell’ambasciatore rappresenta una sorta di ammonimento da parte dello stato che lo effettua. E non una vera rottura dei rapporti tra le due nazioni, che si determina quando al richiamo segue il ritiro, con la conseguente chiusura di ambasciata e consolati. In altre parole, la decisione della Francia ha una valenza politica molto forte, ma che – almeno per ora – è priva di conseguenze pratiche.
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