In meno di dieci anni la produzione di elettricità da fonti rinnovabili è più che raddoppiata. E per la prima volta supera la fonte fossile, mentre si sommano gli impegni per l’uscita del carbone da parte di molte nazioni europee, Italia compresa.
Un semplice numero, 679 terawattora di energia elettrica prodotti dalle rinnovabili in Europa nel 2017. Un numero che, però, segna un record: per la prima volta la produzione di elettricità da fonti rinnovabili supera quella proveniente dal carbone, che scende a 669 terawattora. È quanto si nota guardando grafici e numeri raccolti dalle associazioni Sandbag e Agora Energiewende, e pubblicati nel rapporto European power sector in 2017. “Si tratta di progressi incredibili, considerando che solo cinque anni fa la produzione da carbone era più del doppio di quella di eolico, solare e biomassa messi insieme”, si legge nel rapporto.
Le rinnovabili in Europa producono un terzo dell’energia elettrica
Un’ascesa che pare inarrestabile, eppure qualche ombra rimane. Nel 2017 idroelettrico, solare, eolico e le biomasse insieme, hanno prodotto circa un terzo dell’elettricità in Europa (30 per cento). Si tratta di una pietra miliare, raggiunta con aumenti costanti nel tempo, dal 2010 ad oggi. In un solo anno (2016-2017), la crescita nella produzione elettrica è aumentata di 72 terawattora. Quasi il triplo dell’intera domanda di elettricità del nostro Paese (24,6 terawattora, dati Terna).
È d’obbligo sottolineare però alcuni fattori, per rimanere obiettivi nell’analisi, come spiegano anche dagli stessi autori della relazione. Solo due Paesi hanno contribuito significativamente alla crescita delle rinnovabili negli ultimi tre anni: il 56 per cento viene infatti daGermania e Regno Unito. Inoltre l’eolico ha visto un’impennata del 19 per cento grazie alle ottime condizioni del vento nel 2017 e degli ingenti investimenti. È infatti dello scorso settembre il record di quasi il 20 per cento di produzione di elettricità, con 1,6 terawattora.
Ma è il fotovoltaico il settore forse più in crisi, che segna una crescita da definire quasi “stagnante”. In tre anni (2014-2017) ha contribuito alla crescita delle rinnovabili in Europa solo per un 14 per cento.
Nel rapporto si sottolinea come, ad una crescita delle rinnovabili, sia coincisa una costante caduta del carbone: 25 per cento in cinque anni. Fattore influenzato sia dalla concorrenza delle altre fonti (rinnovabili e gas in testa), dal progressivo invecchiamento delle centrali e dalle recenti politiche a favore del clima da parte di molti Paesi, Italia compresa.
Da Cop23 infatti il ministro dell’Ambiente Galletti aveva annunciato che il nostro Paese, insieme con Regno Unito e Canada, dovrebbe abbandonare il carbone entro il 2025 (circa 9 gigawatt di produzione elettrica). Lo stesso hanno fatto nei mesi precedenti Francia, Olanda, Portogallo e Austria. All’appello mancano però ancora Germania e Polonia. All’interno dei confini tedeschi carbone e lignite sono ancora la maggiore fonte impiegata, mentre i vicini polacchi sono ben lontani dal voler eliminare il carbone. E questo non farà che allontanare i target climatici in Europa.
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