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Rilanciare l’economia e rinnovare il patrimonio immobiliare italiano da qui al 2050 attraverso la riqualificazione energetica. Miorin: “Innovazione, efficienza e semplificazione per far ripartire il mercato”.
Un patrimonio di 18 milioni di abitazioni. Un patrimonio che si scopre essere uno dei più energivori di tutto il vecchio continente. Per questo a REbuild, evento specializzato dedicato all’innovazione nella riqualificazione e gestione immobiliare, è stata lanciata la proposta all’intero settore immobiliare per riqualificare e rinnovare il patrimonio esistente, per tagliare consumi ed emissioni.
“La riqualificazione è la strada per far recuperare valore all’immobile, per rilanciare l’economia e l’occupazione del settore e per traguardare le sfide ambientali che ci pone l’Europa”, spiega Thomas Miorin direttore di Habitech e ideatore dell’evento.
E da Riva del Garda parte la sfida: riqualificare una casa al minuto entro i 18 milioni di minuti che ci separano dal 2050, per portare l’Italia a raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra. “Farlo ad un tasso di un’abitazione al minuto – spiega Miorin – richiede un ripensamento delle tecnologie e della filiera ma soprattutto dei processi finanziari ed amministrativi”. Le parole d’ordine sono: deep renovation, rigenerazione urbana, rinnovo delle infrastrutture e digitalizzazione.
Se Inghilterra e Germania hanno già avviato un piano esteso di riqualificazione del patrimonio esistente, il nostro Paese è ancora indietro: “L’Italia ha il secondo patrimonio immobiliare più vecchio al mondo, inadeguato ad affrontare il futuro sotto molti punti di vista: energetico, estetico, funzionale, ambientale e della sicurezza sismica e d’uso” conferma Miorin.
Il momento storico pare essere quello giusto, in cui tecnologia e innovazione sono pronte anche per essere industrializzate, in un processo che prevede la trasformazione di tutta la filiera. “Il percorso che porta all’industrializzazione, quindi ad un abbassamento dei costi di realizzazione, deve coniugarsi alla flessibilità”, ha aggiunto Ezio Micelli, presidente del comitato scientifico di REbuild. “L’esperienza olandese e quella tedesca, in cui l’industrializzazione si affianca alla personalizzazione del singolo caso, insegnano come le economie creano qualità del progetto e valore attraverso l’ambiente, senza il sostegno finanziario pubblico. Solo a queste condizioni la rigenerazione urbana può diventare realtà”.
Per fare questo da Riva del Garda si sono gettate le basi del cambiamento: “Il nostro obiettivo è di costruire una piattaforma capace di innovare radicalmente il settore dell’edilizia”, conclude Miorin. “Quest’anno lavoriamo su tre dimensioni: aumentare la capacità di riconoscere ed estrarre valore dal costruito, diminuire radicalmente i tempi e costi del processo di riqualificazione e semplificare, passando da progetti complessi ed onerosi a prodotti con garanzie in termini di prestazioni e durabilità. Prodotti che integrano servizi ed una nuova estetica del riuso: vogliamo che la riqualificazione sia bellezza, qualità della vita, comfort e salubrità degli ambienti”.
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