Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Russia. Una foresta grande quanto il Belgio è salva, grazie a Wwf e Greenpeace
È stata finalmente istituita la riserva naturale Dvinsko-Pinezhsky, che proteggerà dalle mire dell’industria 300mila ettari della grande foresta del nord.
Ci sono voluti 17 anni di mobilitazioni portate avanti da Greenpeace insieme al Wwf, ma alla fine la battaglia è stata vinta. Con una risoluzione adottata il 1° ottobre, il governo della regione di Arcangelo, nel nord della Russia, ha istituito la riserva naturale Dvinsko-Pinezhsky.
Le mire delle multinazionali sulla grande foresta del nord
La riserva Dvinsko-Pinezhsky fa parte della grande foresta del nord, che si estende dall’Alaska al Canada, passando per Scandinavia e Russia. Come spiega la nota diffusa da Wwf Russia, copre una superficie di 300mila ettari – l’equivalente di quella del Belgio – tra il corso del fiume Dvina Settentrionale e quello del suo affluente Pinega.
VITTORIA! ?Dopo 20 anni di battaglia, 300 km quadrati della foresta Dvinsky, una delle ultime #foreste intatte d’Europa, sono in salvo. #ForestsAreLife ? pic.twitter.com/E1y3yZEasG
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) October 9, 2019
Si tratta di una delle ultime foreste incontaminate rimaste in Europa. È un argine contro i cambiamenti climatici, per la sua capacità di stoccare CO2, e al tempo stesso uno scrigno di biodiversità dove vivono orsi bruni, linci, alci, lupi, ghiottoni, e anche specie rare e in pericolo d’estinzione come la renna della foresta della Finlandia e l’aquila di mare coda bianca.
Da anni però è oggetto dalle mire delle industrie produttrici di legno e polpa di cellulosa. Troppo ghiotto, ai loro occhi, il mercato dei tovaglioli e fazzolettini usa e getta da vendere alle grandi multinazionali e dei mobili a basso costo da esportare in tutto il mondo. E troppo deboli – fa notare Greenpeace – le leggi federali russe, che non pongono grossi freni alla frammentazione o alla totale trasformazione delle foreste.
La vittoria di Greenpeace e Wwf in Russia
Da qui la campagna che è andata avanti per ben 17 anni, riunendo sullo stesso fronte diverse associazioni ambientaliste, e che finalmente ha segnato la sua vittoria. D’ora in poi la popolazione locale potrà continuare a fare affidamento sulla taiga per la caccia e la pesca, ma saranno bloccate tutte le attività industriali intensive, in primis il disboscamento.
Ma non bisogna abbassare la guardia, avverte Martina Borghi, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia: “Originariamente, il paesaggio forestale intatto della Foresta Dvinsky si estendeva per oltre 1 milione e 500 mila ettari: oggi, a causa della deforestazione legata alla produzione di legno e carta, ne rimangono solo 700 mila. La nuova riserva naturale ne protegge poco meno della metà, resta quindi ancora molto da fare”.
Foto in apertura © Greenpeace Italia
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La siccità continua, sempre più vicino il “giorno zero” per Città del Messico. Ma nelle altre città la situazione non è migliore.
È la domanda che ci ponete più spesso. Abbiamo provato a dare alcune risposte e a dare delle buone ragioni per investire in brand etici.
In un mondo in cui 2 miliardi di persone non hanno accesso quotidiano ad acqua potabile, l’inquinamento idrico è una piaga da debellare: come si può fare?
Con l’arresto di due politici e un ex capo di polizia i giudici brasiliani muovono i primi passi per fare chiarezza sulla vicenda di Marielle Franco, accogliendo la richiesta di giustizia della società civile.
Caldo e assenza di neve stanno trasformando le gare di Coppa del mondo di sci. Che ora deve reinventarsi per evitare di essere consegnata agli archivi di storia dello sport.
Con il Club alpino italiano (Cai) raccontiamo le sfide e opportunità delle terre alte, da un approccio più consapevole alla loro tutela e valorizzazione.
Gli orsi nel nostro paese sono una specie a rischio. I motivi? Leggi non rispettate o poco conosciute. E una sempre più palese mancanza di coscienza ambientale.
La montagna va ascoltata la tecnologia può aiutare: è la ricetta di Gianfranco Pederzolli, presidente dei consorzi di bacino imbrifero montano.