Centinaia di studenti sono stati arrestati per le proteste universitarie contro Israele. E nel parlamento c’è chi invoca l’esercito.
Mossa dopo mossa, così gli scacchi regalano un futuro ai giovani della Nigeria
Nella periferia di Lagos, in Nigeria, c’è un’organizzazione che sta insegnando ai bambini a giocare a scacchi, offrendo loro nuove prospettive per il futuro.
- Chess in slums Africa organizza corsi di scacchi per i giovani residenti di Makoko, un quartiere periferico di Lagos, città della Nigeria.
- Il gioco è un mezzo per potenziare la capacità di apprendimento e la voglia di imparare da parte dei bambini.
- L’organizzazione offre anche borse di studio ai partecipanti più attivi, consentendo loro di riprendere gli studi, spesso abbandonati a causa della povertà in famiglia.
È grazie alla miniserie La regina degli scacchi che molti di noi si sono appassionati a questo affascinante gioco di strategia. Ed è grazie agli scacchi che la vita dei bambini e delle bambine di Makoko, nella periferia della città nigeriana di Lagos, è migliorata.
Makoko, “la Venezia d’Africa”
Makoko, conosciuta come “la Venezia d’Africa”, è costituita da strutture poggianti su palafitte, collegate da canali. Gli abitanti – circa 200mila, in prevalenza pescatori – si muovono a bordo di canoe in legno. In questa località, dove molti vivono con poco più di un euro al giorno, l’organizzazione Chess in slums Africa sta insegnando ai più giovani a giocare a scacchi. L’obiettivo è spingerli a relazionarsi con i coetanei, aiutarli a sviluppare qualità come la concentrazione, la pazienza e il pensiero critico e, soprattutto, garantire loro la possibilità di proseguire gli studi.
La questione della povertà educativa
La pandemia di Covid-19 ha colpito duramente la popolazione dell’intero paese: nel 2020 l’inflazione ha spinto sette milioni di nigeriani al di sotto della soglia di povertà, secondo la Banca mondiale, e ora ci sono più di cento milioni di persone che vivono in condizioni drammatiche. Questa situazione, insieme alla scarsità delle infrastrutture, ha provocato un ulteriore aumento nel numero di minori che lasciano la scuola: sono dieci milioni, a livello nazionale.
Per contribuire alla risoluzione di questo problema, Chess in slums Africa offre borse di studio ai suoi membri più attivi. “Non parlavo neanche l’inglese quando mi sono iscritta”, racconta Vivianne Awlijo, undici anni, che ha finalmente cominciato la scuola. Ora sogna di diventare un’infermiera.
Il gioco degli scacchi è un modo eccellente per motivare i bambini a impadronirsi del proprio futuro.
Non è solo una questione economica: giocando a scacchi, i bambini “si innamorano dell’atto di apprendere”, spiega un’insegnante della scuola di Whanyinna, fra le prime ad aver avviato una collaborazione con Chess in slums Africa. “Questo gioco ti consente di mettere a punto delle strategie, di sviluppare la creatività. Ti rende più sereno e riflessivo. Nutre la mia curiosità”, conferma uno studente.
Gli obiettivi di Chess in slums Africa
L’organizzazione ha raggiunto finora quattro comunità, una delle quali al di fuori della Nigeria, svolgendo più di 36mila ore di formazione. Ha erogato duecento borse di studio a più di mille bambini, per un totale di 400mila dollari (circa 394mila euro). L’obiettivo è arrivare a raggiungere un milione di giovani nell’arco dei prossimi cinque, dieci anni.
“Anche io vengo dalla periferia e i miei genitori non avevano la possibilità di pagarmi gli studi”, ricorda Tunde Onakoya, fondatore del progetto. “Ho scoperto gli scacchi da un barbiere vicino a casa mia, e ho finito per vincere una borsa di studio e andare all’università. Senza questo gioco, la mia vita sarebbe stata molto diversa”. Onakoya nutre un forte desiderio: valorizzare l’intelligenza di questi bambini che, altrimenti, resterebbe nascosta.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Centinaia di migliaia di argentini sono scesi in piazza contro i tagli all’università voluti da Milei, che in campagna elettorale ha promesso di tagliare i bilanci con la motosega.
Dopo le accuse di molestie da parte delle sue calciatrici e le minacce ricevute, si è dimesso l’allenatore del Santos Femminile Kleiton Lima
La legge sugli agenti stranieri, usata in Russia per reprimere il dissenso, è stata approvata in prima lettura. Migliaia di persone hanno manifestato davanti al parlamento di Tbilisi: temono che la normativa comprometta i colloqui di adesione all’Unione europea.
Diverse fosse comuni sono state rinvenute nei pressi degli ospedali al Nasser e al Shifa, a Gaza. L’Onu chiede un’indagine indipendente.
Ci sono state alcune esplosioni in Iran. Fonti israeliane e iraniane parlano di attacco israeliano, ma mancano informazioni ufficiali.
In Sudan c’è la più grave crisi umanitaria al mondo, nonostante la poca attenzione della comunità internazionale sul conflitto iniziato un anno fa.
Dopo tre anni di carcerazione, Aung San Suu Kyi è stata trasferita ai domiciliari a causa del caldo torrido che sta colpendo il Myanmar.
A distanza di vent’anni, inizia la causa civile contro la società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib.