
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Un progetto finanziato dalla Cooperazione italiana con il supporto di Enea. Grazie al solare i contadini puntano su un’agricoltura durevole e sostenibile.
Si chiama Freddas il progetto avviato in due regioni della valle del fiume Senegal e co-finanziato dalla Cooperazione italiana. A coordinarlo l’associazione Green Cross che opera in particolare nei villaggi di Bokhol e Gouriki Samba Diomin.
Nello specifico il progetto prevede di realizzare degli interventi a sostegno degli agricoltori locali, per ridurre l’utilizzo delle risorse, utilizzare fonti rinnovabili e migliorare le condizioni di vita della popolazione.
Per arrivare a questo obiettivo si sta provvedendo a ripristinare dei terreni agricoli abbandonati che si trovano in aree predesertiche. Si tratta di circa 60 ettari, che permetteranno di sfamare circa 900 persone. Grazie ad un sistema di irrigazione a goccia, che ridurrà i consumi di acqua proveniente dal fiume del 70 per cento, alimentato da due impianti fotovoltaici progettati dai tecnici Enea, sarà così possibile coltivare in maniera sostenibile e garantendo dei guadagni alla popolazione locale.
“Finora per pompare l’acqua le famiglie utilizzavano motopompe diesel, con un costo di produzione di 40-50 centesimi a kilowattora”, ha spiegato in un comunicato rilasciato dall’Enea Marco Stefanoni, progettista degli impianti. “Con l‘irrigazione solare, invece, la spesa si dimezza ed è possibile ottenere fino a tre raccolti annuali, aumentando sia la resa agricola che il reddito dei beneficiari’’.
L’energia solare in questa parte d’Africa è infatti costante tutto l’anno e può essere utilizzata anche per la conservazione e la trasformazione dei prodotti alimentari. “Nonostante l’insolazione particolarmente favorevole tutto l’anno, in Africa lo sviluppo del fotovoltaico incontra ancora molti ostacoli quali la scarsa qualità dei componenti, la mancanza di tecnici locali, le difficoltà di accesso al credito e i rischi legati alle situazioni politico sociali”, ha dichiarato Giovanni De Paoli, coordinatore dell’iniziativa. “Perché l’Italia che è a un passo dall’Africa non deve sfruttare la grande opportunità di mercato rappresentata dall’elettrificazione off grid dell’Africa? Progetti come Freddas – conclude – consentono di superare queste barriere”.
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