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L’innovazione può dare un futuro sostenibile ai polmoni verdi del nostro pianeta: lo sottolinea l’edizione 2024 del report Fao sullo stato delle foreste.
Si è svolta la premiazione che ha consegnato gli “Oscar della natura” a sette ambientalisti impegnati nella conservazione della fauna selvatica.
Gli animali un tempo occupavano ogni angolo del pianeta, senza alcun limite se non quelli imposti dalla mano imparziale di madre natura. Oggi devono invece affrontare enormi sfide per sopravvivere e far fronte alle minacce dirette e indirette dell’uomo. Ci sono però persone straordinarie che hanno deciso di dedicare la propria vita alla difesa degli animali più minacciati.
Proprio per premiare l’indispensabile lavoro di queste persone, volto alla salvaguardia di un patrimonio prezioso e comune, sono stati istituiti i Whitley Awards, sorta di Oscar internazionale della protezione della natura. Il premio è organizzato dal Whitley Fund, organizzazione no profit del Regno Unito che sostiene progetti di conservazione in tutto il mondo.
“Il Whitley Fund è unico, finanzia le iniziative più efficaci e meritevoli, per le quali ogni centesimo conta”, ha dichiarato Sir David Attenborough, il celebre divulgatore scientifico britannico. La cerimonia di premiazione si è svolta il 29 aprile alla Royal Geographical Society di Londra e i premi sono stati consegnati dalla principessa reale di Gran Bretagna, Anna. Sette sono stati gli ambientalisti premiati per i propri sforzi per proteggere la fauna selvatica in pericolo. Ogni vincitore ha ricevuto un assegno di 35mila sterline per finanziare il proprio progetto
Panut Hadisiswoyo, per il progetto di conservazione degli oranghi (Pongo abelii) nell’ecosistema di Leuser, un territorio situato nella Sumatra Settentrionale, in Indonesia, l’unico posto del mondo abitato da elefanti, oranghi, tigri, rinoceronti e altre incredibili varietà di animali.
Pramod Patil, per la difesa della popolazione di otarda indiana (Ardeotis nigriceps), uno degli uccelli più grandi e più minacciati del mondo. Oggi sopravvivono in natura meno di duecento esemplari di questo magnifico volatile.
Rosamira Guillen, per la salvaguardia del tamarino edipo (Saguinus Oedipus), scimmia dalla buffa chioma bianca diffusa nel nord della Colombia e classificata “in pericolo critico” dalla Lista Rossa della Iucn.
Arnaud Desbiez, per gli sforzi per proteggere l’armadillo gigante (Priodontes maximus), uno dei grandi mammiferi meno conosciuti e più misteriosi al mondo, nel Cerrado, grande savana equatoriale brasiliana.
Inaoyom Imong, per la tutela del gorilla di Cross River (Gorilla gorilla diehli) nelle montagne della Nigeria. Questo primate, la specie di gorilla più rara al mondo, è ormai sull’orlo dell’estinzione, sopravvivono allo stato selvaggio circa 300 esemplari.
Jayson Ibañez, per l’iniziativa di conservazione dell’arpia (Harpia harpyja) nell’isola filippina di Mindanao. Questo maestoso rapace è l’aquila più grande del mondo ed è in grado di ghermire in volo prede grandi come un bradipo. L’arpia è minacciata dalla deforestazione che ne sta riducendo drasticamente l’areale.
Ananda Kumar, per lo sviluppo di un innovativo sistema di comunicazione che consente di ridurre il conflitto uomo-elefante nel sud dell’India. Ogni anno muoiono per questi incidenti circa 400 persone e 100 elefanti. L’iniziativa prevede l’impiego di scout che monitorano gli spostamenti degli elefanti e tramite sms avvisano gli abitanti consentendo loro di pianificare spostamenti sicuri.
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