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Simonpaolo Buongiardino. Così Comune e commercianti lavorano insieme per costruire il futuro di Milano
Le interviste ai protagonisti del primo Osservatorio Milano Sostenibile di LifeGate: Simonpaolo Buongiardino, vicepresidente di Confcommercio Milano.
Per costruire una città sostenibile non si può sottovalutare il ruolo del commercio, che è una vera e propria spina dorsale del territorio urbano. Per questo, alla presentazione del primo Osservatorio Milano Sostenibile realizzato da LifeGate in collaborazione con Eumetra Monterosa, insieme all’assessore Granelli e alla presidente di MITO Anna Gastel c’era anche Simonpaolo Buongiardino, vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza-Brianza, presidente di Assomobilità, consigliere e membro della Giunta Esecutiva di Unione Confcommercio, presidente di Federmotorizzazione e consigliere di Confcommercio Imprese per l’Italia. L’abbiamo intervistato per chiedergli qualche anticipazione sui temi legati alla sostenibilità che coinvolgeranno di più commercianti e imprese.
Alcuni interventi in programma a Milano (come la riqualificazione di aree urbane, gli scali ferroviari ecc.) sono talmente grandi e complessi da rendere indispensabile l’intervento di capitali privati. Qual è la sua opinione sulle partnership pubblico-privato avviate dal comune di Milano? Quale direzione dovrebbero intraprendere per il futuro?
Per quanto riguarda la mia esperienza, che è lunga quattro amministrazioni, direi che c’è sempre stata molta attenzione e abbiamo sempre lavorato insieme. Non sempre eravamo del tutto d’accordo, ovviamente, ma abbiamo sempre trovato i punti di equilibrio. Perché in queste situazioni ci vogliono diversi fattori: primo, la capacità di ascolto della parte pubblica; secondo, la capacità della parte privata di mediare tra le esigenze troppo impattanti da parte del privato e le esigenze di tutela da parte del pubblico. La chiave di volta è proprio la mediazione.
Leggi anche: Milano cambia volto ed è sempre più unita verso la sostenibilità. I dati del primo Osservatorio Milano sostenibile
I milanesi si sono rivelati molto attenti alla riqualificazione delle periferie e agli interventi su quartieri e gruppi sociali a rischio di marginalità. Quale ruolo hanno le piccole attività commerciali? Può fare qualche esempio pratico?
Un esempio è quello degli scali ferroviari dismessi, che sono una grande opportunità per questa città dopo quello che è successo alle ex-Varesine, perché sono un altro esempio di come la città è cambiata rispetto a nuovi insediamenti di tipo residenziale, abitativo e direzionale. Gli scali ferroviari dismessi sono la grande opportunità di Milano. Noi dialoghiamo con il Comune e ci siamo messi a disposizione per mantenere vivo lo spazio, perché la soluzione finale avverrà fra tre anni. Ad esempio nello scalo Porta Genova abbiamo trovato aziende interessate e con loro abbiamo realizzato un progetto di tre mesi (luglio, agosto, settembre) per mantenere vivo quel luogo. Perché chiaramente, se si “lascia andare” un luogo senza mantenerne il presidio, subentrano altre situazioni problematiche. Su questo fronte continueremo a collaborare con l’amministrazione comunale.
I milanesi hanno voglia di FARE di più per una #MilanoSostenibile, i dati mostrano ampi margini di miglioramento. pic.twitter.com/zkRwiiJsaw
— LifeGate (@lifegate) 24 ottobre 2017
Anche sui progetti per ricucire centro e periferie, Confcommercio sta lavorando a stretto contatto con l’amministrazione per capire quali interventi fare, quartiere per quartiere. Le imprese, infatti, sigillano il recupero del territorio delle periferie. Il negozio di vicinato, di prossimità, è un presidio indispensabile per la sicurezza e la socialità.
Ci dia una sua chiave di lettura: cosa significa Milano Sostenibile per lei e per la categoria che rappresenta? Qual è il vostro auspicio per il futuro della città?
La sostenibilità è un concetto molto ampio che non si raggiunge da un momento all’altro ma attraverso un percorso. Pretendere d’improvviso di raggiungere una sostenibilità al 100 per cento significherebbe, molto spesso, perdere per strada grandi pezzi di popolazione o di città. Questo non ci è consentito, anche perché noi rappresentiamo il sistema commerciale che per sua stessa natura è legato a doppio filo al territorio. La sostenibilità quindi non è un obiettivo da conseguire da un giorno all’altro, ma tramite una progressione.
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