Stoccaggio di energia, Alphabet (Google) lancia la sfida a Tesla con un pugno di sale
Il nuovo sistema utilizza il sale per l'accumulo di energia. Foto via X/Facebook
Il sistema Malta è un sistema alternativo realizzato da Alphabet in grado di trasformare l’elettricità in energia termica, stoccandola con il sale.
Il nuovo sistema utilizza il sale per l'accumulo di energia. Foto via X/Facebook
Lo stoccaggio di energia è la nuova frontiera per chi si occupa di energie rinnovabili. Lo sa bene Tesla che ha fatto dell’accumulo tramite batteria un vero e proprio business. Ma i concorrenti non sono rimasti a guardare e stanno già sperimentando soluzioni diverse alle batterie agli ioni di litio. Un’alternativa è l’accumulo di elettricità impiegando del semplice sale.
Il nuovo sistema utilizza il sale per l’accumulo di energia. Foto via X/Facebook
Accumulare l’energia eolica e solare in eccesso e avere elettricità rinnovabile sempre disponibile o, meglio ancora, nei momenti in cui c’è più domanda, è la nuova sfida alla quale in molti stanno lavorando da anni. Sia per rendere definitivamente competitive le fonti pulite (che per natura sono discontinue), sia per creare reti elettriche intelligenti e distribuite.
Nei sistemi di stoccaggio e accumulo di energia, la nuova frontiera è il sale
Ci sta lavorando Alphabet, la holding a cui fa capo Google, che sta sviluppando un nuovo prototipo denominato Malta in grado di immagazzinare l’energia elettrica sotto forma di energia termica, tramite l’utilizzo di sale disciolto mantenuto a temperature elevate (per il calore) e di un liquido a bassa temperatura simile all’antigelo delle auto. Secondo quanto prevede il progetto, l’energia immagazzinata nel sale può essere mantenuta per giorni o addirittura settimane, fino a quando non sia richiesta.
Il titolare dell’idea è il fisico Robert Laughlin, premio Nobel per la Fisica nel 1998, che per primo ha ideato il sistema capace di stoccare l’elettricità sottoforma di energia termica, sia essa ad alte o basse temperature.
Come funziona Malta
L’elettricità proveniente da impianti solari o eolici va ad alimentare una pompa di calore, che a sua volta la trasforma in energia termica generando una differenza di temperatura. Il calore viene poi stoccato nel sale disciolto e poi riconvertito in elettricità da un motore termico nel momento di maggior richiesta. Secondo i ricercatori che lavorano al progetto, i punti di forza del sistema stanno nella semplicità dei componenti: i serbatoi d’acciaio, l’aria e i liquidi di raffreddamento sono semplici da procurare, come pure il sale, che può essere utilizzato più e più volte. La “batteria al sale” può inoltre essere riempita migliaia di volte, per una vita utile di almeno 40 anni.
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