Gli Stati Uniti tornano nell’Accordo di Parigi sul clima

Il presidente Joe Biden ha avviato la procedura per il rientro degli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi sul clima. Cancellato l’oleodotto Keystone XL.

Gli Stati Uniti torneranno entro poche settimane nell’Accordo di Parigi sul clima. Come promesso, il nuovo presidente Joe Biden ha avviato la procedura per far tornare il proprio paese al fianco dell’immensa maggioranza delle nazioni di tutto il mondo. Ora la diplomazia americana farà pervenire una lettera ufficiale all’Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e dopo un mese le delegazioni statunitensi potranno tornare a partecipare ai negoziati per l’applicazione concreta dell’Accordo.

L’uscita dall’Accordo di Parigi sul clima voluta nel 2017 da Donald Trump

Donald Trump aveva annunciato al mondo la volontà di abbandonarlo nel giugno del 2017 , confermando le proprie posizioni risolutamente climatoscettiche. Per uscire dall’Accordo, però, la procedura prevista dalle Nazioni Unite ha necessitato di anni. E si è concretizzata nel novembre del 2020, proprio quando gli americani votavano per le elezioni presidenziali che hanno incoronato il democratico Biden.

barack obama presidente usa
Barack Obama durante l’apertura della Cop 21, nel 2015, a Parigi © Andrea Barolini/LifeGate

Va detto che negli anni della presidenza Trump, in ogni caso, le delegazioni americane che hanno partecipato alle Cop, le Conferenze mondiali sul clima delle Nazioni Unite, hanno spesso ostacolato i negoziati. L’uscita politica, in altre parole, ha preceduto quella formale.

Il piano di Biden per clima e ambiente da 2mila miliardi di dollari

Ciò che il mondo si attende ora dagli Stati Uniti è che il rientro politico preceda quello formale. La prossima Cop 26 è prevista infatti nel mese di novembre a Glasgow. La sfida che Joe Biden ha di fronte a sé è quella di far arrivare il proprio paese all’appuntamento con degli avanzamenti concreti già avviati.

Il piano presentato in campagna elettorale dal politico democratico lascia ben sperare: si prevede di avviare gli Stati Uniti verso una produzione di energia al 100 per cento da fonti rinnovabili e di raggiungere la carbon neutrality, l’azzeramento delle emissioni nette di CO2, entro il 2050. Biden inoltre ha promesso di ripristinare le leggi sulla protezione di ambiente e clima che aveva adottato Barack Obama nel corso dei suoi due mandati, e che sono state in tutto o in parte cancellate da Trump. Il tutto con un finanziamento epocale, da 2mila miliardi di dollari. La speranza è che le aspettative non vengano deluse.

Biden cancella anche il controverso progetto di oleodotto Keystone XL

Il successore di Donald Trump ha inoltre decretato la fine del controverso progetto di oleodotto Keystone XL. Un’opera gigantesca, il cui obiettivo era di sfruttare una delle fonti fossili in assoluto più pericolose per l’ambiente e per il clima: il petrolio estratto dalle sabbie bituminose nella provincia canadese dell’Alberta. La pipeline era stata bloccata una prima volta dal presidente Barack Obama, nel 2015. Quindi rilanciata proprio dall’amministrazione Trump.

“Accogliamo con favore l’impegno del presidente Biden nella lotta contro i cambiamenti climatici, ma siamo delusi dalla decisione presa sul Keystone XL”, ha commentato il primo ministro del Canada, Justin Trudeau. Secondo il quale “i lavoratori dell’Alberta, della Saskatchewan e dell’intero Canada avranno sempre il nostro sostegno. Siamo il primo fornitore di energia degli Stati Uniti e, pertanto, contribuiamo alla sicurezza e alla competitività economica americana, sostenendo l’occupazione da entrambi i lati della frontiera”. La delusione di Ottawa è dunque palpabile. Non a caso, il primo leader straniero con il quale Biden ha appuntamento è proprio Trudeau.

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