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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
La ricetta per la mobilità sostenibile del futuro prevede tre ingredienti fondamentali: le auto elettriche, l’energia ottenuta dalle fonti rinnovabili e i sistemi di stoccaggio domestico. Questi ultimi in costante espansione, dato che alla nota tecnologia Powerwall dell’americana Tesla, specializzata nella realizzazione di vetture a zero emissioni, si sono affiancate le proposte della giapponese Nissan,
La ricetta per la mobilità sostenibile del futuro prevede tre ingredienti fondamentali: le auto elettriche, l’energia ottenuta dalle fonti rinnovabili e i sistemi di stoccaggio domestico. Questi ultimi in costante espansione, dato che alla nota tecnologia Powerwall dell’americana Tesla, specializzata nella realizzazione di vetture a zero emissioni, si sono affiancate le proposte della giapponese Nissan, della tedesca Mercedes-Benz e, ora, anche del colosso Bmw. Realtà unite dalla visione in base alla quale l’automobilista di domani non sarà un semplice fruitore di servizi, ma anzi diventerà egli stesso un produttore d’energia.
I sistemi di stoccaggio domestico prevedono l’accumulo della corrente attingendo dalla rete quando i costi sono più bassi, ad esempio di notte, oppure producendo l’energia in proprio, specie mediante impianti fotovoltaici e geotermici. Energia da utilizzare nei momenti di picco e durante i black-out, oppure da rivendere all’operatore quando in eccesso. Opzione, quest’ultima, non ancora possibile in Italia, ma già praticata in altri Paesi europei come l’Olanda e la Germania. Una strategia quattro volte virtuosa, in grado d’incrementare il ricorso alle fonti rinnovabili, agevolare la diffusione dei veicoli a ridotte emissioni, tagliare le spese in bolletta e ottimizzare la gestione della rete.
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In primis è stata Tesla a progettare una soluzione che integrasse fonti rinnovabili, ricarica delle vetture e alimentazione della rete di casa. La strategia della casa americana prevede l’utilizzo di un accumulatore, denominato Powerwall – oggi giunto alla seconda generazione – sviluppato appositamente. In seguito, Nissan si è spinta oltre, proponendo il sistema di stoccaggio xStorage Home, basato sull’utilizzo di batterie al litio giunte a “seconda vita”, vale a dire non più utilizzabili per la propulsione dei veicoli e convertite ad altri ruoli. Il costruttore nipponico ha così reso ancor più sostenibile la mobilità elettrica, fornendo una soluzione all’annoso problema del riciclo degli accumulatori divenuti inadatti all’autotrazione. Mercedes-Benz, dal canto proprio, con il progetto Energy ha puntato a creare un ecosistema elettrico il più possibile indipendente dalla rete pubblica. In Germania, ad esempio, realizza unità di stoccaggio agli ioni di litio da 2,5 kWh, collegabili fra loro sino a un massimo di otto mobili da 20 kWh. Una potenza degna di nota.
L’ultima arrivata in ordine cronologico nel settore dello stoccaggio domestico è la tedesca Bmw, impegnata in favore della mobilità sostenibile grazie alla berlina a zero emissioni i3 cui si affianca una gamma sempre più vasta di vetture ibride plug-in. Bmw, nel dettaglio, ha presentato il programma Digital Charging Service che, alla ricarica intelligente delle vetture, aggiunge l’allineamento con i pannelli solari e la possibilità di dirottare l’energia immagazzinata nella batteria di casa per il ripristino delle batterie dell’auto, tagliando ulteriormente i costi. Una soluzione che, similmente a Nissan, può affidarsi a un accumulatore derivato da celle esauste, nello specifico della compatta i3, arrivando a un picco di 33 kWh.
I moderni sistemi di stoccaggio possono tradursi, secondo le stime Nissan, in un risparmio medio annuo di circa ottocento euro per famiglia. Considerando che il sistema xStorage, sviluppato congiuntamente da Nissan ed Eaton, azienda leader nella gestione dell’energia, è proposto in prevendita nel Regno Unito, in Norvegia e Germania – entro pochi mesi arriverà anche in Italia – in sei varianti con prezzi compresi tra 4.270 e 6.800 euro (installazione esclusa), sono necessari circa sei/otto anni per recuperare l’investimento. Il lato economico, però, non è il solo punto di forza dell’accumulo domestico d’energia. Tale pratica rientra infatti in una più ampia visione della città del futuro, nella quale le auto – a ridotte emissioni – costituiranno il perno della sostenibilità anziché un fattore critico per la qualità della vita. I veicoli elettrici saranno infatti integrati negli edifici quali hub energetici, si ricaricheranno durante la sosta a bordo strada grazie ai sistemi induttivi (wireless) e la guida autonoma consentirà di ridurre drasticamente il traffico oltre a favorire inedite forme di car sharing. La “stazione di servizio” del futuro sarà l’auto stessa, in grado di cedere energia qualora collegata, ad esempio, a una casa o a una bicicletta a pedalata assistita.
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