
Repressione e bavaglio, la dura vita dei giornalisti in Turchia, Egitto e Siria
Turchia, Siria, Egitto. Le storie di alcuni dei giornalisti zittiti, uccisi, dimenticati che pagano con la vita pur di difendere la libertà di stampa nei loro paesi.
Turchia, Siria, Egitto. Le storie di alcuni dei giornalisti zittiti, uccisi, dimenticati che pagano con la vita pur di difendere la libertà di stampa nei loro paesi.
Le autorità turche hanno sospeso dal loro incarico altri ottomila addetti alla sicurezza e più di duemila accademici perché accusati di avere collegamenti con coloro che hanno portato avanti il colpo di stato fallito in una notte di metà luglio. Lo ha riportato il 2 settembre la Official Gazette (Resmi Gazete), il giornale ufficiale del
“I terroristi che non possono sopraffare la Turchia e cercare di provocare il popolo puntando sulla sensibilità etnica e settaria, non prevarranno”. Ha commentato così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo l’attentato costato la vita a 51 persone e che ne ha ferite 69, durante un ricevimento di matrimonio nella città di Gaziantep, nei
Primo punto d’arrivo dei profughi provenienti da Siria e Iraq, l’isola di Lesbo, in Grecia, sta subendo un calo gigantesco delle attività turistiche.
Lo stato d’emergenza in corso in Turchia ha provocato, tra le altre cose, la sospensione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Il colpo di stato portato avanti da alcune frange dell’esercito turco è fallito, secondo quanto affermato dal presidente Erdogan che è tornato a Istanbul dopo un tentativo di fuga all’estero.
Dal 2015 i terroristi dell’Isis hanno colpito in Europa, Usa, Medio Oriente. A terra, in volo, con attacchi suicidi, autobombe e kalashnikov.
Cosa intendiamo esattamente per “viaggio”? È il trasferimento verso una meta prestabilita o piuttosto il percorso da compiere per raggiungerla? Su questo sottile ma determinante slittamento di prospettiva si gioca il fascino di una vacanza in cui la suggestione del mezzo di trasporto prevale perfino su quella della destinazione prescelta, com’è quasi inevitabile che accada
Tre kamikaze si sono fatti esplodere all’interno del terminal internazionale dell’aeroporto Ataturk di Istanbul. Almeno 150 i feriti.
L’Osservatorio siriano per i Diritti dell’uomo accusa gli agenti di frontiera della Turchia di aver sparato contro un gruppo di civili in fuga dalla guerra.