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Wayne Lotter, co-fondatore e presidente della Fondazione Pams che ha dedicato la propria vita alla difesa della fauna africana, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
In tutto il pianeta l’ambiente e la fauna devono far fronte a numerose minacce, tutte di origine antropica. Le foreste vengono tagliate, i corsi d’acqua avvelenati e i gli animali, in particolare i grandi mammiferi, vengono abbattuti in nome del profitto. Chi prova a ribellarsi viene escluso, minacciato, ferito e spesso ucciso. Lo scorso anno ha fatto registrare il record di ambientalisti uccisi, oltre duecento, secondo quanto riportato dall’annuale rapporto di Global Witness. Eppure ci sono ancora persone che, con vocazione donchisciottiana, decidono di immolare la propria vita per quello che ritengono giusto. Wayne Lotter era uno di questi.
Wayne Lotter, sudafricano, 51 anni, ex ranger, era co-fondatore e presidente della Fondazione Pams, organizzazione che si occupa della conservazione della fauna africana offrendo sostegno alle comunità locali per contrastare il bracconaggio. Lotter è stato assassinato lo scorso mercoledì a Dar es Salaam, in Tanzania, a colpi di arma da fuoco. Mentre l’uomo era a bordo di un taxi che lo stava conducendo al suo albergo, l’auto è stata bloccata da un altro veicolo con due uomini a bordo, uno dei due ha aperto la portiera del taxi e fatto fuoco, uccidendo Lotter. La polizia ha avviato un’indagine sull’omicidio.
Lotter era molto noto ed era considerato un simbolo della lotta ai bracconieri di elefanti. Questa notorietà non è sfuggita ai suoi nemici che fin dal 2009 lo minacciavano di morte. Lotter aveva recentemente dichiarato che, grazie al lavoro della Fondazione Pams, aveva contribuito a ridurre del 50 per cento il bracconaggio di elefanti in Tanzania.
In Africa gli elefanti vengono uccisi ad un ritmo insostenibile, macellati per il prezioso avorio di cui sono fatte le loro zanne. Secondo un recente censimento le popolazioni di pachidermi africani sono diminuite del 30 per cento tra il 2007 e il 2014. Una delle nazioni che ha visto il calo più drastico è la Tanzania, che ha perso addirittura il 60 per cento dei propri elefanti.
Nonostante non amasse particolarmente apparire e attribuiva i traguardi ottenuti al lavoro delle comunità con cui lavorava, Lotter era una figura carismatica e rispettata dall’intera comunità internazionale della conservazione, che ora piange la sua morte. “Wayne era uno dei conservazionisti più impegnati in Africa – ha affermato Azzedine Downes, presidente dell’International Fund for Animal Welfare (Ifaw). – Grazie alla sua esperienza ventennale può essere considerato la forza trainante per la fine del massacro degli elefanti della Tanzania”. Anche il Wwf ha voluto esprimere il proprio cordoglio e ricordare l’uomo che si batteva per proteggere gli ultimi giganti d’Africa. “Rigoroso conservatore e difensore della fauna selvatica, Wayne ha dedicato la sua vita alla protezione degli animali dell’Africa. Sin dai suoi primi giorni come ranger in Sudafrica ai suoi più recenti sforzi contro le organizzazioni di bracconieri in Tanzania, l’impegno di Wayne è stato di ispirazione per tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di lavorare con lui”.
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