L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Decine di morti in Texas dopo una sparatoria fatta con un’arma semiautomatica in una chiesa battista nel paese Sutherland Springs. Almeno 26 le vittime. L’uomo che ha aperto il fuoco è morto.
Un uomo ha aperto il fuoco domenica 5 novembre, intorno alle 11:30 ora locale, durante lo svolgimento di una messa nella chiesa battista di Sutherland Springs, nello stato del Texas, negli Stati Uniti. I morti sarebbero almeno 26, di età compresa tra i 5 e i 72 anni, decine i feriti secondo Ksat, il canale televisivo con sede a San Antonio, sempre in Texas. Secondo i testimoni sarebbero stati esplosi almeno una ventina di colpi d’arma da fuoco a breve distanza tra loro.
L’uomo, vestito completamente di nero e con un giubbotto antiproiettile, è stato trovato morto a bordo della sua automobile dopo essere stato inseguito da due uomini e non è chiaro se si sia tolto la vita o sia rimasto ucciso. La polizia lo avrebbe identificato in Devin Patrick Kelley, 26 anni, originario di una contea vicina alla chiesa e con esperienza da militare. Nel 2012 aveva scontato 12 mesi di reclusione in seguito alle accuse di violenza nei confronti della moglie e della figlia e che per lo stesso motivo era stato congedato dall’areonautica militare.
May God be w/ the people of Sutherland Springs, Texas. The FBI & law enforcement are on the scene. I am monitoring the situation from Japan.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 5 novembre 2017
L’arma usata da Kelley nell’attacco è un fucile semiautomatico Ruger AR-15, molto simile a quello usato dall’esercito americano. Un’arma da fuoco che può essere comprata legalmente in quasi tutti gli Stati Uniti. Motivo per cui è uno degli stati al mondo dove si verificano più sparatorie in assoluto. Nonostante questo le leggi rimangono invariate creando una contraddizione difficile da capire per chi americano non è.
Leggi anche: Proviamo a capire il rapporto tra Stati Uniti e armi da fuoco, per quanto possibile
Il governatore del Texas Greg Abbott ha affermato durante una conferenza stampa che si tratta della “più grande sparatoria di massa nella storia del Texas”. “La tragedia è aggravata dal fatto che la sparatoria è avvenuta in una chiesa dove persone innocenti stavano pregando”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha postato un tweet dal Giappone dicendo che sta monitorando la situazione e affermando di essere vicino alla popolazione di Sutherland Springs, un piccolo paese di 400 persone a 50 chilometri da San Antonio.
Trump ha anche dichiarato che si tratta di “un problema di malattie mentali, non di armi”: è una frase che ha già usato nel 2015, quando una giornalista e un operatore televisivo sono stati uccisi in diretta tv in Virginia. Eppure, a febbraio di quest’anno Trump ha approvato una legge che blocca il decreto del suo predecessore Barack Obama in base al quale l’agenzia per la previdenza sociale era tenuta a far sapere i nomi delle persone che ricevono sussidi per malattia mentale all’Fbi, che effettua i controlli di background su chiunque desideri acquistare un’arma. Questa strage si verifica a pochi giorni dall’attentato che ha colpito New York il 31 ottobre causando 8 morti.
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