La siccità record in Brasile ha reso ancora più devastanti le migliaia di incendi in Amazzonia, nella savana del Cerrado e nel Pantanal.
Demenza, vivere vicino a strade trafficate può aumentare il rischio
Secondo un’analisi condotta su 6 milioni di persone, chi vive vicino a strade molto trafficate è più a rischio di sviluppare forme di demenza.
Vivere in prossimità di strade principali molto trafficate può avere effetti negativi sulle capacità di apprendimento e può aumentare il rischio di demenza, secondo quanto è emerso da uno studio pubblicato sulla rivista medica britannica Lancet. La ricerca ha l’obiettivo di esaminare l’associazione tra la vicinanza a strade trafficate e l’incidenza di tre malattie neurologiche, come demenza, Parkinson e sclerosi multipla.
Un maggiore tasso di demenza
“Vivere vicino a strade molto trafficate aumenta il tasso di demenza, ma non quello di Parkinson o di sclerosi multipla,” rivela lo studio. La demenza è una sindrome che causa il deterioramento delle funzioni cognitive. Ha ripercussioni sulla memoria, sulla capacità di pensiero, di calcolo, sull’orientamento, sulla comprensione, sulla capacità di apprendimento, sul linguaggio e sul giudizio, ma non ha conseguenze negative sulla coscienza, secondo quanto ha dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Maggiore è la vicinanza a strade trafficate, maggiore è il rischio di sviluppare la demenza
I risultati della ricerca si basano su un’analisi dei registri di circa 6,6 milioni di persone residenti nella provincia canadese di Ontario con un’età compresa tra i 20 e gli 85 anni. I soggetti sono stati divisi in due gruppi: uno composto da adulti di età compresa tra i 20 e i 50 anni, l’altro da persone tra i 55 e gli 85 anni di età. Lo studio, condotto dalla Public health Ontario (Pho), ha mostrato che le persone che vivevano nel raggio di 50 metri da strade trafficate mostravano un rischio di sviluppare la demenza del 7 per cento superiore rispetto alle persone che vivevano a una distanza di 200/300 metri da queste vie.
I casi di demenza identificati tra il 2001 e il 2012 sono stati 243.611. La mappatura della vicinanza degli abitanti a strade trafficate è stata effettuata usando i codici postali. Rispetto alle persone che vivevano a soli 50 metri dalle strade ad alta percorrenza, il rischio di sviluppare la demenza per quelli che abitavano nel raggio di 50-100 metri da queste era inferiore del 3 per cento, e per chi abitava a 101-200 metri era inferiore del 5 per cento.
Un problema che riguarda la salute pubblica
“Queste persone sono soggette a una duplice esposizione al rumore e all’inquinamento atmosferico”, ha riferito Viyatprajna Acharya, professoressa di biochimica all’ospedale Sum di Bhubaneswar, in India. “Il rumore causa l’eccitabilità neuronale, che può portare a disordini neurologici. Il miscuglio di inquinanti presente nell’aria provoca infezioni croniche del tratto respiratorio e aumenta la produzione di ossidanti nel corpo. Questo, alla lunga, può avere ripercussioni sul cervello e sul sistema nervoso e causare la demenza. Lo studio pubblicato dai ricercatori della Pho non è altro che una conferma”.
“A causa della crescita della popolazione e della rapida urbanizzazione i cittadini vanno a vivere sempre più in prossimità di strade molto trafficate. L’esposizione di queste persone al rumore e la cattiva qualità dell’aria potrebbero rappresentare un grande problema per la sanità pubblica”, aggiunge la professoressa.
Secondo i dati dell’Oms nel 2015 le persone affette da demenza in tutto il mondo erano circa 47,5 milioni. Ma entro il 2030 si stima che questo numero salga a 75,6 milioni e che addirittura triplichi entro il 2050.
Il grido di allarme
“I paesi in via di sviluppo come l’India, che ha in programma di trasformare 60 aree urbane in smart city, dovrebbero mettere la gestione del traffico nella lista delle priorità quando si tratta di pianificazione urbana. Il paese ha bisogno di introdurre leggi inflessibili per controllare il traffico e l’inquinamento nelle proprie città”, sottolinea Acharya.
Gli autori dello studio hanno lanciato un grido di allarme ai governi di tutto il mondo affinché questi si impegnino di più e più concretamente nel controllo dell’inquinamento atmosferico per ridurre i problemi di salute. Dato che la popolazione ha un impatto sempre più negativo sulle aree urbane, gli scienziati si augurano che i risultati di questo studio motivino gli urbanisti a tenere in considerazione il traffico e l’inquinamento atmosferico quando concepiscono i loro piani di sviluppo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il riciclo di tutto l’alluminio in circolazione consente un risparmio energetico del 95 per cento rispetto a produrlo ex novo: Cial spiega come si fa.
Sulle Dolomiti sono apparsi degli adesivi che invitano a riflettere sugli impatti dell’overtourism. Dopo Spagna e Grecia, il dibattito arriva anche in Italia.
Anche nel 2023 il centro e il sud America sono state le zone del mondo più pericolose per i difensori dell’ambiente, conferma la ong Global witness.
I tre Paesi del Pacifico, assediati dall’innalzamento degli oceani, hanno presentato proposta formale alla Corte penale internazionale.
Si parla per ora di 230 vittime, di cui 128 uccise da frane e inondazioni improvvise. Centinaia di migliaia di persone evacuate e danni alle fabbriche
Il 22 aprile 2021 è entrato in vigore l’accordo di Escazú, per la tutela delle persone che si battono per l’ambiente in America Latina.
Dopo il sì della Corte costituzionale, anche in Colombia può entrare in vigore l’accordo di Escazú per la tutela degli attivisti ambientali.
Il rapporto di Legambiente conferma lo stato critico del mare italiano, tra abusi edilizi, sversamenti, pesca illegale e cattiva gestione dei rifiuti.