L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
L’equipe di Trump ha chiesto a Obama i nomi di tutti coloro che abbiano lavorato su questioni climatiche. Gli scienziati si mobilitano con il #datarefuge.
L’entourage del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato a Barack Obama una lettera nella quale si chiede di fornire i nomi di tutti coloro che abbiano lavorato in questi anni sul tema dei cambiamenti climatici per il governo. Una proposta cha ha scatenato un’ondata di panico nel mondo della ricerca scientifica. La paura che il nuovo inquilino della Casa Bianca possa mettere i bastoni tra le ruote ai climatologi è talmente concreta da aver spinto alcuni di loro a lanciare nei giorni scorsi un’iniziativa, battezzata #datarefuge.
https://www.youtube.com/watch?v=FeNPaYCkCgk
Il timore è che i risultati frutto di anni di lavoro possano andare perduti, soprattutto dopo le nomine di tre convinti sostenitori delle fonti fossili in altrettanti posti-chiave del governo: all’Ambiente, all’Energia e agli Affari interni. Di qui la decisione della comunità scientifica di organizzare un gigantesco salvataggio dei dati governativi in materia di clima.
L’idea è stata avanzata per primo dal meteorologo americano Eric Holthaus, che ha accompagnato il lancio su Twitter con un appello: “Ricercatori, se siete in possesso di dati del governo sul clima, aggiungeteli qui”. Segue il link ad un Google Doc, sul quale nel giro di pochi giorni sono stati salvati più di 50 database per un totale di decine e decine di terabyte. Si tratta soprattutto di dati relativi a lavori della Nasa e del dipartimento dell’Energia, che saranno stoccati su server non governativi ai quali i funzionari di Washington non possono accedere.
Scientists: Do you have a US .gov climate database that you don’t want to see disappear?
Add it here:https://t.co/IEN8OUc4Tr
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— Eric Holthaus (@EricHolthaus) 11 dicembre 2016
Holthaus, riferisce il quotidiano francese 20Minutes, ha spiegato senza mezzi termini il suo punto di vista: “Viste le scelte operate da Trump – ha spiegato lo scienziato – è chiaro che il nuovo presidente vuole dichiarare guerra alla scienza. Prepara un’inquisizione”.
Inquietante, in effetti, è il fatto che la squadra di Trump abbia inviato una settimana fa un questionario all’amministrazione di Barack Obama, chiedendo in particolare i nomi di tutte le persone che abbiano lavorato sul tema dei cambiamenti climatici presso il dipartimento dell’Energia. Il presidente uscente ha rifiutato la richiesta con queste parole: “Forniremo tutte le informazioni accessibili pubblicamente ma non trasmetteremo alcun nome”.
Nella lettera, tra l’altro, i collaboratori di Trump non si accontentavano neppure di conoscere le identità delle persone coinvolte in prima persona: chiedevano anche una lista di tutti gli impiegati ministeriali e dei consulenti che abbiano partecipato a qualsivoglia discussione internazionale in materia di clima organizzata sotto l’egida delle Nazioni Unite negli ultimi cinque anni. Nonché tutti gli articoli scientifici pubblicati dai ricercatori di diciassette laboratori nazionali controllati dallo stesso dipartimento dell’Energia nell’ultimo triennio. Con la specifica di chi appartiene ad un sindacato o a un’associazione di categoria, tanto per non farsi mancare nulla.
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