Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Non è importante che la preferiate bionda o rossa: quello che conterà, in un futuro molto prossimo, è che sia anche sostenibile. Parliamo della birra, una delle bevande più amate e antiche del mondo, e del suo ciclo produttivo, non esattamente senza impatto sul Pianeta. Un gruppo di scienziati che fanno capo all’AEE INTEC,
Non è importante che la preferiate bionda o rossa: quello che conterà, in un futuro molto prossimo, è che sia anche sostenibile. Parliamo della birra, una delle bevande più amate e antiche del mondo, e del suo ciclo produttivo, non esattamente senza impatto sul Pianeta.
Un gruppo di scienziati che fanno capo all’AEE INTEC, l’istituto che a Gleisdorf, in Austria, da oltre un quarto di secolo svolge ricerca applicata sul solare termico e sull’edilizia a basso impatto ambientale, sostiene infatti che sia possibile produrre la birra grazie a impianti che funzionino sfruttando l’energia del sole.
Poiché l’amata bevanda, per essere prodotta, necessita di temperature che variano tra i 25° e 105° C, secondo il team di ricerca capitanato da Matthäus Hubmann basterebbe utilizzare appunto la tecnologia solare termica per garantire una produzione sostenibile.
Il progetto europeo SolarBrew servirà proprio a verificare la fattibilità dell’idea di Hubmann e colleghi.
Ad esso partecipano, oltre all’azienda austriaca, anche altri attori come Heineken in qualità di birrificio, Sunmark Solutions A/S come produttore di pannelli e GEA Brewery Systems GmbH come estperto di impianti.
Durante questo periodo “sperimentale”, il produttore di birra ha già provveduto a montare sui tetti degli stabilimenti austriaci, spagnoli e portoghesi un totale di 7.270 mq di pannelli solari (una capacità di 5,08 MW) che serviranno per il 30 per cento per il processo di fermentazione, per il 20 per cento per quello di essiccazione e per il 45 per cento per la pastorizzazione.
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