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Dopo una battaglia serrata e pesanti accuse tra stati africani, al ballottaggio per la poltrona di numero uno dell’Unesco vanno i candidati di Qatar e Francia.
Aggiornamento ore 21 – L’ultima votazione ha incoronato Audrey Azoulay: sarà lei a guidare l’Unesco, prendendo il posto di Irina Bokova. La candidata francese ha ottenuto 30 voti, contro i 28 del qatariano Hamad bin Abdoulaziz al-Kawari.
Il qatariano Hamad bin Abdoulaziz al-Kawari e la francese Audrey Azoulay: è a questi due nomi che si è ristretta la lotta per la successione alla poltrona di direttore generale dell’Unesco, attualmente occupata dalla bulgara Irina Bokova. Dopo cinque votazioni gli altri sei candidati, provenienti da Cina, Vietnam, Azerbaijan, Egitto, Libano e Iraq, sono stati eliminati.
Stay tuned for tonight’s final round of voting for nomination of the candidate to the post of @UNESCO Director-General #202EX #NextUnescoDG pic.twitter.com/79nxixnjj6
— UNESCO (@UNESCO) 13 ottobre 2017
Fonti interne all’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Parigi parlano di una battaglia politica particolarmente dura all’interno del Consiglio esecutivo (che rappresenta il massimo organismo dirigente dell’organizzazione internazionale). L’Egitto ha accusato infatti il Qatar di aver comprato i voti di alcuni Stati africani, che per questo non hanno seguito l’indicazione dell’Unione africana di votare per il candidato de Il Cairo.
Results of the eliminating ballot.
13/10/17
Résultats du scrutin éliminatoire.#202EX #NextUnescoDG pic.twitter.com/P8Cy2UJsIX— Michael Worbs (@UnescoExBChair) 13 ottobre 2017
Inoltre, a fratturare ulteriormente il continente potrebbe essere stata la stessa Azoulay: la francese è infatti figlia di André, uomo vicinissimo al re del Marocco Mohammed VI. Senza dimenticare che i dissapori tra il Qatar e l’Egitto potrebbero portare quest’ultimo a voltare le spalle al candidato di Doha, privilegiando la transalpina. Certo, poi, è che l’Arabia Saudita (pur non facendo parte del Consiglio esecutivo), osteggerà il nome di al-Kawari, visti i pessimi rapporti diplomatici tra Ryad e il governo del Qatar: tutta acqua che potrebbe arrivare al mulino di Azoulay. Anche la candidatura di quest’ultima (socialista, già ministro della Cultura durante gli ultimi mesi della presidenza di François Hollande), però, non è esente da polemiche. Il suo nome è stata depositato in extremis e avrebbe fatto storcere il naso a chi ha immaginato che per lei l’Unesco rappresenti una sorta di ripiego sul quale è stata “paracadutata”.
Inoltre, sul suo nome si è allungata la pesantissima ombra di Jack Lang, influente presidente dell’Istituto del Mondo arabo ed ex storico ministro della Cultura durante la presidenza François Mitterrand, che l’ha accusata in una lettera – datata 20 aprile ma trapelata solo in queste ore – di aver costruito la propria candidatura spacciando per proprie opere ed iniziative di altri.
La finale de demain pour choisir la direction de L’UNESCO se joue entre 2 brillants ministres de la culture #Audrey Azoulay#Hamad Al-Kawari pic.twitter.com/0VzoD4yHQO — Roger Edde (@EddeRoger) 12 ottobre 2017
Nonostante ciò, alla votazione numero 5 – tenuta alle ore 14 di venerdì 13 ottobre – la candidata transalpina ha superato l’egiziana Moushira Khattab e si è dunque qualificata per andare al ballottaggio con al-Kawari (anch’egli ex ministro in patria). La deliberazione finale da parte dai 58 paesi membri del Consiglio esecutivo dell’Unesco è prevista per questa sera alle ore 19.
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