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Valencia è la Capitale verde europea 2024

Valencia è la Capitale verde europea 2024: l’ha spuntata sull’altra finalista, Cagliari. La città spagnola è stata premiata a Grenoble il 27 ottobre.

  • Valencia è stata scelta come Capitale verde europea 2024, per la sua ambiziosa strategia che coniuga la sostenibilità ambientale con la qualità della vita dei cittadini.
  • Velenje (Slovenia) e Helsingør (Danimarca) si sono aggiudicate il Green leaf award, dedicato ai centri con meno di 100mila abitanti.

Valencia è la Capitale verde europea 2024. La città spagnola l’ha spuntata sull’altra finalista, Cagliari, che sperava di essere la prima italiana a fregiarsi di questo titolo. “Ora abbiamo l’impegno di lavorare con altre città europee per creare un’Europa più verde”, ha dichiarato il sindaco Joan Ribó durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta a Grenoble, Capitale verde di quest’anno, nella serata di giovedì 27 ottobre 2022. Ad aggiudicarsi il Green leaf award, dedicato ai centri con meno di 100mila abitanti, sono invece Velenje (Slovenia) e Helsingør (Danimarca).

Cosa significa essere la Capitale verde europea

La prima Capitale verde europea fu Stoccolma nel 2010. Per la Spagna questa è la seconda vittoria, dopo quella di Vitoria-Gasteiz nel 2021: raggiunge così Francia (con Nantes nel 2013 e Grenoble nel 2022) e Germania (con Amburgo nel 2011 ed Essen nel 2017). Nel 2023 il riconoscimento spetta alla capitale estone Tallinn.

Il titolo di Capitale verde europea viene attribuito da una giuria di esperti della Commissione europea sulla base di dodici parametri: qualità dell’aria, inquinamento acustico, rifiuti, acqua, natura e biodiversità, uso sostenibile del suolo, crescita verde ed eco-innovazione, mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, mobilità urbana sostenibile, energia e governance. Oltre al prestigio e alla visibilità che derivano da questo riconoscimento, Valencia riceverà un premio di 600mila euro. Risorse che dovrà investire per mettere in pratica la propria strategia di sostenibilità e per mobilitare i cittadini – e tutti gli altri interlocutori – in questo percorso.

Perché sono stati premiati i progetti ambientali di Valencia

Per celebrare questo importante risultato, le facciate del palazzo del comune, della Puerta del mar, dell’edificio Veles e Vents e di altri celebri palazzi e monumenti sono state illuminate di verde durante la notte. Oltre a impegnarsi per raggiungere la carbon neutrality nell’arco di questo decennio, l’amministrazione ha messo a punto una Strategia urbana per il 2030 che coniuga gli aspetti ambientali con quelli sociali, lavorando per l’offerta di alloggi a prezzo accessibile, l’inclusione, la tutela delle diversità e la qualità della vita dei cittadini. Una sfida non così semplice, per un’area urbana che è la terza in Spagna per dimensioni e ha duemila anni di storia alle spalle.

Negli ultimi anni svariate aree del centro storico sono state pedonalizzate. A cominciare dalla Plaça de l’Ajuntament, la piazza del municipio: fino al 2015 la quota dedicate ai veicoli privati era del 57 per cento, oggi è solo del 18 per cento. Tra le altre priorità ci sono l’installazione di pergole fotovoltaiche che generano elettricità su piccola scala e il rinnovo del sistema di illuminazione pubblico; quest’ultimo porterà a un risparmio annuo pari a 4 milioni di euro, da reinvestire a loro volta nell’efficienza energetica.

Diverse iniziative, partite sotto forma di progetti pilota, potranno essere allargate ad altre aree della città in caso di successo. GrowGreen, per esempio, prevede di realizzare  sistemi di accumulo dell’acqua piovana e giardini verticali su facciate e terrazzi per attutire lo stress termico degli edifici. WaysTup, invece, recupera scarti dell’industria della carne, del pesce e delle capsule di caffè per ottenere fertilizzanti o materiali utili per l’industria chimica, farmaceutica e per la produzione di energia.

La prima città a misurare le emissioni legate al turismo

Valencia è anche la prima città del mondo a misurare le emissioni di CO2 generate direttamente dal turismo. Nel 2019, quindi prima delle restrizioni ai viaggi legate alla Covid-19, i viaggiatori sono stati poco meno di 2,2 milioni (1,2 stranieri e 920mila spagnoli) e i pernottamenti per la prima volta hanno superato i 5 milioni, con un tasso di crescita del 5,7 per cento sull’anno precedente.

Ciudad de las artes y las ciencias di Valencia
La Ciudad de las artes y las ciencias di Valencia ©
Reiseuhu/Unsplash

Quell’anno le emissioni del turismo hanno raggiunto gli 1,3 milioni di tonnellate di CO2, derivanti per l’81 per cento dai mezzi di trasporto con cui i turisti hanno raggiunto la città. Minima, soltanto l’1 per cento, la percentuale dovuta agli spostamenti all’interno della città stessa; ma potrà essere ulteriormente ridotta convertendo all’elettrico l’intero sistema dei trasporti pubblici, oppure piantando nuovi alberi capaci di assorbire gas serra. Nel suo complesso, la carbon footprint del turismo è pari a un terzo di quella generata dai consumi alimentari dei residenti in città. La promessa dell’amministrazione di Valencia è quella di diventare una destinazione carbon neutral entro il 2025.

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