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Continua la strage di elefanti, sale a 62 il numero di pachidermi uccisi a ottobre nel parco nazionale di Hwange.
Sale a sessantadue il numero di elefanti (Loxodonta africana) uccisi in un solo mese in Zimbabwe, nel parco nazionale di Hwange, lo stesso nel quale lo scorso luglio fu ucciso Cecil il leone. Le ultime vittime risalgono a pochi giorni fa, ventitré esemplari, tra cui diversi cuccioli, avvelenati con il cianuro iniettato nelle arance.
“La velocità con cui stiamo perdendo gli animali a causa del cianuro è allarmante – ha dichiarato la portavoce del parco, Caroline Washaya-Moyo. – Molte altre specie stanno morendo per colpa del veleno usato dai bracconieri per gli elefanti. Ci appelliamo alle persone che vivono nelle vicinanze dei parchi nazionali perché ci aiutino in questa battaglia”.
Il parco di Hwange, che vanta una delle più alte concentrazioni di elefanti del continente, rischia di perdere una delle sue specie simbolo. Già nel 2013 vennero avvelenati oltre duecento elefanti per l’avorio, il cui mercato nero genera un giro d’affari a livello mondiale di 23 miliardi di dollari l’anno.
Lo scorso anno cinque bracconieri sono stati condannati, con pene tra i 4 e i 14 anni, per avere avvelenato alcune pozze d’acqua nella riserva Ngamo Safaris. Il guadagno è alto e le pene probabilmente non sono un deterrente sufficiente per contrastare la piaga del bracconaggio, responsabile ogni anno dell’uccisione di centinaia di elefanti e rinoceronti, le cui zanne e corna vengono successivamente contrabbandate nei paesi asiatici.
La portavoce del parco nazionale di Hwange si augura che i cani addestrati provenienti da Sud Africa e l’aumento del numero di droni impiegati possano contribuire a proteggere con più efficacia la fauna selvatica.
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