Il 2021 sarà l’anno del treno. E potrebbero tornare i mitici Trans europ express

Il progetto Tee 2.0 prevede di rilanciare il trasporto ferroviario su tutto il continente e di rimettere sui binari il servizio che unì l’Europa fino agli anni ’80.

Viaggiare da Roma ad Amsterdam, o da Parigi a Varsavia con lo stesso treno, a tariffe convenienti, potrebbe presto diventare realtà. La proposta che arriva da Berlino prevede infatti di ripristinare la rete ferroviaria europea nota come Trans europ express (Tee) in chiave moderna, con convogli veloci, mettendo in comunicazione le principali città europee. Un progetto, il Tee 2.0, che darebbe un nuovo slancio al trasporto ferroviario, utilizzando la rete dell’alta velocità e che andrebbe a fare diretta concorrenza a quello aereo, messo in ginocchio dalla pandemia di Covid-19.

Tee sulle tratte svizzere
Uno dei convogli storici ancora in uso alle ferrovie svizzere © Ffs

La proposta di Berlino per il Trans europ express 2.0, “veloci, frequenti, ovunque”

Il piano presentato lo scorso settembre dalla presidenza tedesca del Consiglio dell’Ue e quella entrante portoghese, prevede infatti di rafforzare il trasporto ferroviario e promuovere così l’Anno europeo delle ferrovie 2021. “Il 2021 sarà l’Anno europeo delle ferrovie. La ferrovia rende l’Europa ancora più rispettosa del clima e dell’ambiente”, ha detto in una nota il ministro federale dei trasporti tedesco, Andreas Scheuer.

L’idea è quella di impiegare le tratte esistenti e percorse dai treni alta velocità per collegare le principali città europee “sincronizzando gli orari di intervallo delle ferrovie europee e stabilendo così collegamenti ferroviari diretti utilizzando la Trans europ express 2.0 come fiore all’occhiello [del sistema ferroviario]”. Entro il 2023 la nuova rete Tee dovrebbe avere 26 rotte disponibili per i servizi ferroviari notturni, tra cui Amsterdam, Amburgo, Berlino, Parigi, Zurigo, Milano, Venezia e Barcellona.

“Ciò renderebbe i viaggi in treno un’alternativa convincente ai voli intraeuropei e alle lunghe ore in autostrada”, ha spiegato Scheuer. Indubbiamente la soluzione potrebbe trovare terreno piuttosto fertile, complice il crollo del trasporto aereo, che ha perso nel 2020 – secondo le stima Iata – il 60 per cento dei passeggeri con un rosso di oltre 100 miliardi di euro. Non solo, ma la rinnovata attenzione nei confronti di una mobilità a basse emissioni di CO2, ambientalmente e climaticamente meno impattante e il cosiddetto “flygskam” (letteralmente “vergogna di volare”), definito anche “effetto Greta”, potrebbero spianare la strada ai nuovi convogli veloci.

Cos’era e come potrebbe essere la Trans europ express

Per decenni è stato il simbolo del Mercato europeo comune (Mec) prima e della Comunità economica europea (Cee) poi, ossia della volontà di unire gli Stati europei grazie ai binari e far spostare le persone su treni che mettevano in collegamento città lontane anche migliaia di chilometri, passando attraverso le frontiere e controllo passaporti. Nato nel 1957 – l’accordo di Schenghen sarebbe arrivato in Italia solo nel 1990 – il servizio Trans europ express era di sola prima classe ed era riconoscibile dai convogli appositamente costruiti dalla livrea rossa e gialla. Forme arrotondate, una vettura salone e il controllo doganale a bordo, cosa per nulla scontata in quegli anni. La rete Tee originaria era costituita da un’alleanza di operatori ferroviari di Italia, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera, Germania Ovest.

Nel documento “International high-speed and overnight rail services to promote climate change mitigation” si sottolinea come ci siano già numerosi treni che potrebbero coprire le tratte proposte, come l’Etr 1000 (Frecciarossa 1000), l’Euroduplex (Tgv) o il Siemens Velaro e vengono prese in considerazione le varie tratte che collegherebbero i centri nevralgici europei, con i possibili orari. Ad esempio, sarebbe possibile andare a Varsavia partendo da Parigi in circa 13 ore, o partire da Zurigo raggiungendo Roma in circa sei ore e mezza.

Vagone Trans europ express
Uno dei vagoni storici, in uso alle Ferrovie dello stato italiane © Fs

Ora il piano, per trovare applicazione, dovrà tener conto delle limitazioni delle tratte nazionali, oltre che prevedere un sistema tariffario e un sistema di prenotazione unico, che permetta di agevolare i futuri passeggeri nell’acquisto e nella scelta della tratta. Cosa certo di non poco conto. Resta comunque il sogno di poter vedere nascere un rete ferroviaria europea, condivisa e sostenibile.

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