
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Nel distretto di Lushnjë, in Albania, è stato sperimentato un metodo ecologico ed economico per controllare i parassiti grazie all’energia solare.
Per anni il fiore all’occhiello dell’agricoltura in Albania è stato rappresentato dalla prefettura di Fier, l’area agricola più produttiva del Paese che appena dieci anni fa soddisfaceva circa il 60 per cento del fabbisogno nazionale. A questo modello tradizionale di agricoltura, fatto perlopiù di monocolture intensive, si contrappone quello adottato dal distretto di Lushnjë, situato nella pianura costiera, in cui si sta sviluppando con decisione l’agricoltura biologica, grazie anche alla crescente domanda di prodotti bio.
L’agricoltura biologica, per definirsi tale, non può fare uso di pesticidi di sintesi per proteggere le colture da infestanti e parassiti, ma utilizza preparati di origine naturale non pericolosi per l’uomo e per l’ambiente o altre tecniche di controllo biologico. Nel distretto di Lushnjë è stato adottato un metodo innovativo per proteggere le colture che prevede l’utilizzo dell’energia solare.
Il progetto è stato sviluppato nel 2015 dal MedAlb Institut, l’istituto albanese delle piante medicinali, organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2012 per gestire in maniera sostenibile le risorse naturali nazionali e proteggere la biodiversità. L’obiettivo del progetto di controllo biologico tramite pannelli fotovoltaici è sostenere lo sviluppo dell’agricoltura biologica e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici in Albania.
I ricercatori del MedAlb Institut, guidati dal presidente Luan Ahmetaj, hanno creato uno strumento efficiente e dai costi ridotti per combattere i parassiti e gli insetti nocivi per le colture. In cima sono stati posti due piccoli pannelli fotovoltaici, sotto i quali si trova un contenitore che deve essere riempito di acqua. L’energia solare viene immagazzinata nelle celle di memoria e, quando cala il sole, consente l’accensione di una lampada che si trova a circa 30 centimetri dalla superficie dell’acqua ed emette una speciale lunghezza d’onda che attrae gli insetti, i quali muoiono imprigionati nel contenitore con l’acqua. Lo strumento, secondo quanto riportato dall’istituto, non solo uccide i parassiti ma protegge i loro predatori naturali, mantenendo l’equilibrio della catena biologica.
Attraverso la diffusione di questo strumento, economico e dalla durata di 7-8 anni, il MedAlb Institut mira a incentivare le comunità locali ad intraprendere una produzione agricola biologica, migliorando così la qualità della produzione agricola, aumentando la sicurezza alimentare nazionale nel rispetto dell’ambiente e migliorando la situazione sociale, economica e ambientale delle comunità rurali. A beneficiare del progetto, oltre che produttori e consumatori, saranno la biodiversità locale, il suolo e le falde acquifere.
Il “pesticida solare” è particolarmente efficace in Albania, Paese mediterraneo che gode di trecento giorni di sole all’anno ma può essere replicato in altri paesi sufficientemente soleggiati e si è dimostrato efficace per la protezione di diversi tipi di colture e alberi. Nel 2015 il MedAlb Institut ha iniziato a distribuire le attrezzature ad alcuni agricoltori biologici e ha organizzato due corsi di formazione tenuti da agricoltori, esperti di agricoltura e ambiente, rappresentanti di istituzioni agricole e dell’università di Tirana per spiegare benefici e finalità del progetto. L’agricoltura biologica continua dunque la sua ascesa, nel rispetto dei cicli di vita naturali, grazie ad un “nuovo” alleato: il sole.
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