
Cosa è stato deciso alla Cop 22, alla fine
L’ombra di Trump compatta il resto del mondo che fa fronte comune contro i cambiamenti climatici. Nuove promesse di riduzione previste entro la Cop 24 del 2018.
L’ombra di Trump compatta il resto del mondo che fa fronte comune contro i cambiamenti climatici. Nuove promesse di riduzione previste entro la Cop 24 del 2018.
Per abbandonare i combustibili fossili bisogna prima di tutto interrompere gli incentivi fiscali alle fonti non rinnovabili. È questa in estrema sintesi quello che emerge dalle battute finali della Cop 22. Eppure, mentre con una mano alcuni dei principali produttori di CO2 del mondo si impegnano a ridurre l’impatto sul clima firmando accordi (non vincolanti), con l’altra
Dallo sbiancamento dei coralli alla siccità, dallo scioglimento dei ghiacciai all’erosione costiera. Una galleria fotografica che mostra gli effetti tangibili del riscaldamento globale.
L’economista Nicholas Stern è a Marrakech per partecipare ai lavori della conferenza sul clima (Cop 22). Il suo messaggio è chiaro: “I danni economici sono maggiori delle previsioni”.
Il suo era uno dei discorso più attesi, dopo l’elezione di Donald Trump. Il segretario di stato John Kerry chiude la sua stagione, mentre gli Stati Uniti annunciano il nuovo piano contro il riscaldamento globale.
All’indomani di un voto che ha proiettato alla Casa Bianca, caso unico al mondo, un capo di stato che non crede né all’esistenza del riscaldamento globale né alla responsabilità delle attività umane, il Segretario di Stato americano John Kerry interviene alla Cop 22. Infatti a Marrakech, dopo una settimana di lavoro preparatorio da parte degli
La sede della Cop23, la prossima conferenza sul clima, è la città di Bonn, in Germania. Ma la presidenza andrebbe però alle Isole Fiji, a rischio estremo a causa dell’innalzamento del livello dei mari.
Gli ultimi avvertimenti da parte della comunità scientifica sull’aumento delle emissioni e sugli effetti di queste sui cambiamenti climatici, stanno finalmente avendo effetto, sia sull’opinione pubblica che sulla politica. Ma ci troviamo di fronte ad una moneta a due facce, diametralmente opposte: se agiremo ora, potremmo tornare a livelli e condizioni climatiche migliori di oggi.
Un rapporto della Banca Mondiale spiega che le catastrofi naturali costano 520 miliardi di dollari all’anno nel mondo. E generano milioni di poveri.
Uno studio internazionale conferma la stabilizzazione delle emissioni di gas ad effetto serra. “Ma ora occorre che scendano rapidamente”.