Sabato 20 aprile Torino ha celebrato la Giornata della Terra. A raccontare l’evento sono gli studenti di NextJournalist, il progetto LifeGate rivolto ai giornalisti del futuro.
Il programma per proteggere la più grande popolazione di elefanti dell’Africa orientale
La Wildlife Conservation Society e il governo della Tanzania hanno lanciato un ambizioso piano per difendere gli elefanti.
Ogni anno in Africa, secondo i dati del Wwf, vengono uccisi oltre 25mila elefanti, cacciati illegalmente per le loro zanne. Gli animali abbattuti sono più numerosi dei nuovi nati e secondo i biologi l’elefante africano (Loxodonta Africana) potrebbe estinguersi entro cento anni. Bisogna agire in fretta e con efficacia ma non è troppo tardi ma per salvare gli animali terrestri più grandi del pianeta.
Proprio per salvare dall’oblio dell’estinzione questi giganti della savana la Wildlife Conservation Society (Wcs) e il governo della Tanzania hanno annunciato un nuovo ambizioso progetto per proteggere la più grande popolazione di elefanti dell’Africa orientale.
Il programma, finanziato dall’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (Usaid), mira a ridurre il bracconaggio e a proteggere la biodiversità in un’area di 115mila chilometri quadrati, popolata da oltre 25mila elefanti. Il piano di protezione, chiamato Southern Highlands and Ruaha-Katavi Protection Program (Sharpp), delinea quattro aree di intervento: migliorare la gestione delle aree protette e dei mezzi a disposizione, intensificare la conservazione degli habitat e rendere più efficace il monitoraggio e la protezione degli elefanti.
La Wcs finanzierà l’iniziativa e collaborerà con le comunità locali, il governo e le Ong per l’attuazione del programma. “In seguito alla perdita di circa 50mila elefanti in Tanzania negli ultimi sei anni il Ruaha National Park ospita la più grande sottopopolazione di pachidermi dell’Africa orientale – ha dichiarato Tim Davenport, direttore del Wcs in Tanzania. – Il nostro obiettivo è di arrestare questo declino e aiutare gli elefanti proteggendo questo enorme ecosistema”.
Il programma Sharpp punta molto sul sostegno delle comunità locali, realizzando programmi di educazione e aiutandole a sviluppare fonti di reddito sostenibile, come l’apicoltura, la silvicoltura, la pesca e l’ecoturismo. I conservazionisti sperano che queste iniziative, che consentono alle persone di beneficiare delle risorse naturali del territorio, aumentino l’interesse locale per la tutela ambientale.
Il programma del Wcs ha anche ha l’obiettivo di minimizzare i conflitti fra uomini ed elefanti, fornendo alle comunità gli strumenti per tenere lontani gli animali dai campi coltivati, come i cani da guardia e le recinzioni elettriche a bassa intensità. Il problema principale rimane comunque il bracconaggio, per contenere questa piaga saranno aumentate le pattuglie che sorvegliano il parco, le ronde dei ranger verranno inoltre integrate con la sorveglianza aerea e le squadre cinofile.
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